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Bla Bla Baby: la recensione del film con Alessandro Preziosi e Matilde Gioli

scritto da Federica Marcucci
bla bla baby

E se gli adulti potessero sentir parlare i bambini?

Questa la premessa di Bla Bla Baby, film per per famiglie con cui Fausto Brizzi torna dietro alla macchina da presa per cimentarsi in un genere ben definito e omaggiando, a modo suo, certi classici degli anni ’80 e ’90.

Nel cast del film Alessandro Preziosi e Matilde Gioli, nei panni dei protagonisti. Accanto a loro Massimo De Lorenzo, Maria Di Biase, Chiara Noschese, Cristiano Caccamo, Nicolas Vaporidis, Nina Torresi, Nico Di Renzo e Fabrizio Nardi. 

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Tutta questione di parole…

Luca (Alessandro Preziosi) è uno spirito libero, un uomo di mezza età con tanti sogni ormai riposti nel cassetto, che si è ritrovato a fare il bidello in un asilo nido aziendale dove si diverte a rubare e a mangiare omogenizzati.

Insieme a lui le colleghe Doriana e Celeste, interpretate da Chiara Noschese e Maria Di Biase, ma anche il migliore amico di sempre Ivano (Massimo De Lorenzo) scienziato impiegato nell’azienda, la pionieristica Greenlight. 

Tra un omogenizzato di troppo e una cotta per Silvia (Matilde Gioli), mamma del piccolo Martino, Luca troverà il modo di crescere e affronterà una grande avventura insieme a degli alleati insospettabili. 

Perché alla fine è tutta questione di parole e, con il suo spirito divertente e avventuroso, Bla Bla Baby pone l’accento proprio sull’importanza della comunicazione che non necessariamente deve basarsi sul linguaggio verbale. Ci sono infatti tanti modi per comunicare, soprattutto tra grandi e piccoli: l’importante è che ci ascolto.

E, tra uno momento comico e l’altro, Bla Bla Baby vuole essere proprio un film che ricorda ai più grandi di ascoltare: magari facendogli tornare in mente com’erano da bambini e, allo stesso tempo, dandogli anche un pizzico di coraggio per crescere.

La trama del film

Luca è costretto a quarantacinque anni a lavorare in un asilo nido aziendale, dopo una vita a inseguire il successo senza alcun risultato. Con lui le colleghe Celeste e Doriana.

I tre, ogni giorno, si trovano ad affrontare i piccoli dei dipendenti della Green Light, tra continui pianti, urla e l’impossibilità di instaurare un vero rapporto di comunicazione con i bambini, incapaci di parlare.

O almeno così, fino al giorno in cui Luca, a casa dell’amico e scienziato Ivano, mangia un omogeneizzato alla platessa “contaminato” e appena ritirato dal commercio. Il giorno dopo, tornato all’asilo dopo una notte insonne, le voci incomprensibili dei bambini diventano per Luca parole di senso compiuto: con suo grande stupore, li sente parlare…