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Vacanze e lavoro

scritto da admin

Londra, Parigi, Barcellona, Edimburgo, Monaco, Sidney.
Sfruttare i mesi estivi per lavorare in una città straniera può essere un’occasione straordinaria per molteplici motivi: primo perchè, detto tra noi, si ha la possibilità reale di conoscere la lingua come difficilmente a scuola riescono ad insegnare.

Trovarsi con la necessità di capire, e farsi capire, significa mettere realmente in gioco le proprie capacità ben aldilà del “Where is MrBrown?”; secondo perchè è un esperienza formidabile di crescita, bellissima da condividere con un amico, anche se l’ideale sarebbe non parlarci… in italiano.

A Chi Rivolgersi
Come si fa a lavorare all’estero? Bene, ve lo spieghiamo subito. Premesso che partire senza meta e senza nessuna organizzazione è da sconsigliare – se non altro perchè si rischia di perdere inutilmente denaro durante la ricerca in loco di posti non sempre “raccomandabili” – è necessario informarsi dall’Italia presso agenzie apposite.

È possibile organizzare esperienze di soggiorno che uniscano il lavoro allo studio della lingua, limitando il periodo di spese per chi cerca un corso all’estero. Importante è la determinazione e l’entusiasmo, l’impegno e le capacità, armati di un curriculum vitae, una lettera di presentazione nella lingua del Paese in cui si farà domanda, e una fototessera.

Qui è possibile scaricare il CV nel Modello Europeo.

L’assunzione avverrà all’incirca dopo una settimana dall’arrivo – a seconda del tipo di lavoro e di accordo -, dandovi modo di ambientarvi nella città e fare qualche iniziale giro turistico. Spesso le agenzie si occupano anche di trovare un soggiorno a chi rivolge la domanda di lavoro: a meno di non avere riferimenti sicuri, possono essere una garanzia di qualità.

Documenti

Sarà banale ribadirlo, ma vogliamo essere precisi: le pratiche burocratiche cambiano a seconda se si sceglie un Paese dell’Unione o extraeuropeo. Nel primo caso, se il soggiorno non supererà i tre mesi basterà un documento di identità valido per l’espatrio o il passaporto, insieme alla segnalazione della propria presenza nel luogo per quel periodo secondo le pratiche del Paese di destinazione. Se si intende risiedere per un periodo variabile tra tre mesi e un anno occorre invece un visto di soggiorno; una carta di soggiorno se il periodo è superiore ad un anno.

Nel caso il Paese di destinazione non appartenga all’Unione, occorre rivolgersi alle ambasciate o ai consolati perchè le pratiche differiscono da Governo a Governo.
Per quanto riguarda l’assicurazione sulla salute, necessaria per avere diritto a cure sanitarie all’estero, è sufficiente la Tessera europea di assicurazione malattia (TEAM) che permette di usufruire di tutte le prestazioni sanitarie coperte un tempo dai modelli E110, E111, E119, E128. Alla Tessera va aggiunto il modello E112 per ricevere cure mediche specialistiche.

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