GingerGeneration.it

Free Solo: la recensione del documentario Premio Oscar 2019

scritto da Alberto Muraro

Per imparare a volare, le giovani aquile hanno una sola possibilità. Quando il momento arriva, devono abbandonare il nido e buttarsi nel vuoto. Non c’è spazio per l’errore. La minima esitazione corrisponde a morte certa. Questo è lo stesso, identico principio regolatore dell’esistenza dello statunitense Alex Honnold, protagonista del film mozzafiato Free Solo, vincitore del Premio Oscar 2019 nella categoria Miglior Documentario.

https://www.instagram.com/p/BumIRxVBbrw/

Alex è un trentenne che ha dedicato tutta la sua vita alla scalata, a mani nude, delle più alte e pericolose pareti del mondo. Il giovane scalatore ha un sogno nel cuore: arrampicarsi, senza appigli e misure di sicurezza alcune, sui quasi 1000 metri di El Capitan, una gigantesca parete di granito dello Yosemite Park, in California. Sul suo percorso (in salita, e mai espressione fu più adatta) il free climber troverà l’amore per Sanni, un sentimento che in qualche modo lo distrarrà, volente o nolente, dal suo obiettivo finale.

L’impadivo Alex non è in effetti il ragazzo più romantico e sensibile sulla faccia della terra. Al giovane manca l’empatia, il sentimento e persino il senso della paura, nascosto dei meandri di un’amigdala che quasi è riuscito a disattivare, grazie all’esercizio. Ciò che non manca al protagonista di Free Solo è la determinazione, caratteristica che (spoiler) gli permetterà di ottenere il suo obiettivo finale.

Free Solo, con la regia di E. Chai Vasarhelyi (e con la collaborazione del fotografo di fama mondiale e alpinista Jimmy Chin) è un prodotto mozzafiato, a suo modo quasi un thriller sui generis, che racconta come mai prima d’ora al cinema il trionfo dell’animo umano e il raggiungimento del “sublime”.

Fra un allenamento e l’altro, il buon Alex ci ricorda che “se cerchi la perfezione, il free climbing è la cosa che ci si avvicina di più”. Considerato che il limite fra la vita e la morte, il trionfo e la caduta, è in questo caso appeso alla pelle di un pollice, comprendiamo il significato della frase. Lo scalatore la sua perfezione l’ha raggiunta, diventando così il primo uomo a compiere un’impresa simile nella storia. A modo suo, Alex è insomma diventato una sorta di divinità.

Free Solo, che andrà in onda su National Geographic (Sky, 403) martedì 2 aprile alle 20:55, vi lascerà a bocca aperta, incollati alla poltrona con le unghie e aggrappati, idealmente, fino all’ultima goccia di sudore sulla fronte di Alex, pronta a precipitare per centinaia di metri al di sotto di lui. Senza corde, senza limiti, senza fiato, senza paura e (quasi) senza gravità.

 

Che cosa ne pensate di Free Solo? Avete già visto questo documentario?