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Anastacia rivela: “Evolution è una nuova fase della mia vita dopo la resurrezione”

scritto da Alberto Muraro

Anastacia Lyn Newkirk, oltre ad essere una delle voci più straordinarie del panorama internazionale, è anche e soprattutto l’idolo dell”omai ex adolescente che sta scrivendo queste righe: l’incontro con l’artista statunitense è infatti stato per il sottoscritto un’emozione unica ma anche e soprattutto un onore.

La cantante, attiva fin dal 2000 (anno di pubblicazione del disco d’esordio Not That Kind) si trovava in questi giorni a Milano per la promozione del suo settimo album Evolution, un album profondamente sprock (il genere da lei “inventato”, misto di rock, pop e soul) che la vede ritornare da molti punti di vista all’approccio e le sonorità dei suoi primi progetti. Quale migliore occasione dunque per scambiarci due chiacchiere?

Anastacia è, e ci tengo a sottolinearlo, una persona adorabile, sorridente e disponibile e può vantare una vena comica e autoironica davvero invidiabile: l’artista ci accoglie con un grande sorriso e con un sacco di battute di spirito, un atteggiamento che difficilmente ci saremmo aspettati da una star del suo calibro. Qui sotto trovate quello che ci ha raccontato!

Ciao Anastacia, che cosa significa per te Evolution?

Evolution è un’evoluzione rispetto al passato, una nuova fase, è un modo per me per dire “eccomi, sono qui, sono tornata, sono più forte di prima”. Ma questa nuova fase è strettamente legata, in prima battuta, ad una resurrezione. Mi sono dovuta guardare indietro prima di risorgere, e poi evolvere.

Come descrivi il sound di questo tuo nuovo disco?

Proprio come ti dicevo, il passato per me è stato molto importante per questo progetto: una volta riascoltato al suo interno ho ritrovato tantissimo dei miei primi due album, soprattutto di Freak of Nature. Ci sono archi e fiati molto simili, per esempio. La mia scrittura, la mia femminilità e soprattutto la mia voce, nel corso del tempo, non sono mai cambiate, per fortuna!

Qual è stato il tuo rimorso più grande?

Lasciare la Sony, senza dubbio. L’ho fatto perché in quel periodo sentivo il bisogno di seguire il mio manager David Massey. Nel 2015 in ogni caso la mia strada e quella di Sony sono tornate ad incrociarsi con il mio Greatest Hits Ultimate Collection.

Come mai la tua carriera non è mai decollata negli Stati Uniti?

A dirti la verità non lo so con precisione, ho avuto la sensazione che ad un certo punto le radio non volessero passare la mia musica e si concentrassero su altri artisti, è stata una concatenazione di eventi.

L’Italia ti ha sempre riservato un’accoglienza straordinaria, sia in termini di affetto sia in termini di vendite. Qual è il ricordo più bello che hai legato al nostro paese?

Sicuramente la mia performance insieme a Luciano Pavarotti sul palco di Modena al Pavarotti & Friends. Lui era una persona eccezionale, mi sono ritrovata sul palco insieme ad un mostro di bravura e, per la prima volta in vita mia, ho cantato insieme ad un’orchestra, un’esperienza per me nuova dalla quale ho imparato tantissimo. In quell’occasione cantammo Cowboys & Kisses e Pavarotti interpretò una versione in italiano della mia I Ask of You. A inizio esibizione ero un po’ defilata, ma piano piano mi sono ritrovata ad avvicinarmi naturalmente a lui, fino a poggiare la mia testa sulla sua spalla, è stato bellissimo!

 

 

 

Che cosa ne pensate di questa intervista e di Evolution di Anastacia?