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Amabile rischia nuove accuse per la collezione “Amore dannoso”?

scritto da Laura Boni
Caso Amabile collezione amore dannoso Martina Strazzer

Forse quest’anno non avremo avuto una vera propria summer hit, ma il “caso Amabile” si è aggiudicato a tutti gli effetti il titolo di polemica dell’estate italiana. Il brand più amato della Gen Z sui social e la sua founder Martina Strazzer, infatti, sono stati travolti da controversie sul web dopo la pubblicazione dell’inchiesta della giornalista Charlotte Matteini all’interno della sua newsletter su Substack, “Ma che, davvero?”, dove portava alla luce un trattamento potenzialmente problematico dell’azienda riguardo il rapporto di lavoro con una ex dipendente. 

L’inchiesta, però, potrebbe avere un secondo capitolo, altrettanto complesso, con protagonista la collezione a scopo benefico “Amore Dannoso”, il cui ricavato sarebbe dovuto andare tutto in beneficenza a sostegno di una associazione impegnata sulla violenza contro le donne.

Il “Caso Sara” di Amabile:

Nell’articolo intitolato “Che fine ha fatto la ragazza incinta assunta ad Amabile da Martina Strazzer?” (che vi consigliamo di leggere nella sua interezza, ndr), la giornalista, anche collaboratrice de Il Fatto Quotidiano ed esperta d’inchieste sul mondo del lavoro e diritti dei lavoratori in Italia, ha intervistato Sara, ex dipendente di Amabile, diventata “popolare” sui social come la prima donna incinta assunta dal brand.

Martina Strazzer, e poi anche il profilo TikTok del Team Amabile, avevano pubblicato diversi video a Novembre 2024 raccontando ai propri clienti e, di conseguenza, anche al popolo del web, di aver assunto una ragazza incinta al quarto mese come contabile per la propria azienda. L’influencer aveva confessato di aver fatto molta fatica a trovare una candidata competente per questo ruolo e che era molto soddisfatta dell’assunzione.

Dopo questo annuncio Amabile e Martina Strazzer hanno molto beneficiato della spinta reputazionale data dall’aver deciso di investire su una professionista incinta e prossima al concedo di maternità; come spiega anche Charlotte Matteini nella sua inchiesta, tutto questo “ha portato a Martina e al brand un’ondata di popolarità positiva e di reazioni entusiaste, rendendo viralissimo il video”. La vicenda è stata anche protagonista di una intervista molto lusinghiera alla founder su Fortune Italia.

Ma cosa è successo a Sara quando i riflettori di TikTok si sono spenti? La giornalista ha scoperto che “l’investimento” fatto da Amabile sulla contabile incinta in realtà era un contratto a tempo determinato di un anno (scadenza Luglio 2025) e che, nonostante le promesse fatte da Martina in diversi momenti durante il rapporto di lavoro, non solo non si è mai trasformato in un contratto a tempo indeterminato, ma non è nemmeno stato rinnovato. La lavoratrice ha anche dichiarato che è le è stato chiesto dall’azienda di lavorare durante il periodo di maternità obbligatoria, con aggiornamenti quotidiani con le colleghe del proprio reparto, richieste con scadenze e partecipazione in presenza a riunioni.

La motivazione sia dei manager, che successivamente di Martina Strazzer (CEO di Amabile), per il mancato rinnovo è stata di gravi errori commessi da Sara prima di andare in maternità: “Chiedo allora di elencare tutte le criticità, perché se ho sbagliato voglio sapere dove e come, per imparare dai miei errori. Per esempio, i corrispettivi erano stati registrati come da normativa: se loro volevano un altro metodo, non poteva essere considerato un errore mio. Mi rispondono che quella era solo una delle tante cose e non era necessario soffermarsi. Io replico che invece lo era, dato che mi stavano dicendo che non sapevo fare il mio lavoro. Dopo aver tergiversato senza entrare nel merito, mi comunicano che non mi rinnoveranno il contratto” ha detto Sara nell’intervista di Matteini.

La risposta di Amabile:

Dopo otto lunghi giorni di silenzio dell’azienda (causa ferie) ed incontrollabili polemiche scoppiate sui social, sul profilo Instagram di Amabile è apparso un post scritto contente un comunicato stampa del brand nel quale l’azienda spiega la propria posizione sulla vicenda, confermando che il contratto di Sara non è stato rinnovato a causa dei suoi errori, perché in caso contrario “avrebbero significato compromettere il bene dell’intera impresa e la tutela di oltre 40 persone che ogni giorno lavorano ad Amabile con dedizione ed impegno“.

 

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La risposta social di Amabile non ha soddisfatto ne il pubblico, ne la giornalista Charlotte Matteini che ha chiesto nuovamente al brand di rispondere ad una serie di domande di approfondimento sia sul caso di Sara che su un secondo argomento, forse ancora più spinoso.

L’insoddisfazione riguardo alla risposta di Amabile deriva principalmente da due fattori, il primo riguarda la modalità di comunicazione scelta dal brand che si pone in netta contrapposizione rispetto a quella con la quale l’azienda ha costruito un rapporto così stretto ed informale con la propria community; Amabile e Martina Strazzer hanno infatti scelto per la prima volta di non “di metterci la faccia” preferendo un impersonale carosello di slide con un comunicato stampa molto tecnico.

Il secondo fattore riguarda il contenuto del comunicato, che si concentra solo sulle motivazione (comunque non approfondite) del mancato rinnovo del contratto, la cui legittimità non era mai stata messa in discussione, e sui dati riguardo l’inquadramento lavorativo dei dipendenti di Amabile e non sulle accuse di “purpose washing” sollevate da Matteini riguardo la pubblicità positiva che Martina e Amabile si erano fatti sfruttando l’immagine e la gravidanza di Sara e, soprattutto, il mancato allineamento etico con la missione di empowerment femminile sempre proclamata dal brand e dalla sua fondatrice.

La collezione “Amore dannoso”:

Dopo il caso del non rinnovo del contratto di Sara, infatti, Amabile e Martina Strazzer potrebbero rischiare nuove accuse a causa della collezione a scopo benefico “Amore Dannoso”. Nella seconda parte dell’inchiesta pubblicata ieri dal titolo “La replica di Amabile sulla vicenda di Sara e le mie domande”, Charlotte Matteini racconta di aver chiesto approfondimenti ad Amabile riguardo la donazione benefica risultata dalle vendite della collezione.

La collezione aveva già suscitato polemiche sui social al momento del lancio dettate dal fatto che il rilascio del prodotto coincidesse con il periodo del femminicidio di Giulia Cecchettin; ai tempi Martina Strazzer aveva assicurato sui social che, prima una parte, e successivamente il 100% dei ricavati sarebbero andati in beneficenza ad un’associazione di Modena, “che si occupa di dare rifugio a donne vittime di violenza”. 

Nella sua inchiesta, la giornalista ha potuto confermare che una donazione benefica è stata fatta da Amabile in seguito al rilascio della collezione, ma ha chiesto approfondimenti e dati di vendita per verificare che le promesse social del brand riguardo all’entità della donazione siano state rispettate. Al momento Amabile non ha ancora risposto alla giornalista su questi punti.

Chalotte Matteini ha confermato che la questione: “andrà successivamente analizzato dall’organo competente, ovvero AGCM, a cui farò pervenire un dettagliato esposto nei prossimi giorni”. Ci troviamo davanti ad un Caso Pandoro 2.0?

 

Fonte immagine copertina: amabilejewels.it