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Questione di Tempo: Intervista al regista Richard Curtis

scritto da Laura Boni

Quattro matrimoni e un funerale, Il diario di Bridget Jones, Notting Hill, Love Actually, sappiamo che tra questi film c’è almeno una delle vostre commedie romantiche preferite; quello che forse voi non sapete è che tutte queste pellicole hanno qualcosa in comune e il suo nome è Richard Curtis. Sceneggiatore, regista e produttore, è stata la mente creativa dietro alcuni dei più grandi successi del cinema britannico, nonché il papà, insieme all’attore e suo migliore amico Rowan Atkinson, di Mr Bean; dall’7 Novembre Richard Curtis tornerà nei nostri cinema con la commedia Questione di Tempo con Domhnall Gleeson (che ricorderete come Bill Weasley in Harry Potter) e Rachel McAdams, in cui il protagonista Tim scopre che può viaggiare nel tempo; non può cambiare la storia, ma può rivivere quello che succede ed è successo nella propria vita, così decide di cambiare la propria situazione sentimentale.

Ieri Richard Curtis è venuto in Italia per presentare il suo ultimo film e noi di Ginger Generation abbiamo avuto la possibilità incontrarlo a Roma e scambiare due chiacchiere con lui.

Ecco l’intervista di Ginger Generation a Richard Curtis:

In Questione di Tempo ha scelto di limitare i viaggi del tempo di Tim, come mai?

Per far in modo che si adattasse con la mia piccola e tranquilla storia, dovevo in qualche modo limitare il viaggio nel tempo; non volevo fare qualcosa di grande che costasse tanti soldi, 3D ecc, penso che limitare il viaggio nel tempo è stato il mio modo di essere realistico.

Come è cambiata la sua visione del romanticismo rispetto al passato, magari proprio rispetto a Quattro Matrimoni e un funerale?

Quando si tratta del mio lavoro mi piace definirli film divertenti sull’amore, invece che commedie romantiche. Le mie pellicole preferite che parlano d’amore sono sempre scritte da persone che sono molto interessate alla tematica dell’amore, i miei film romantici preferiti degli ultimi 10 anni sono Lost in Translation, Se mi lasci ti cancello e 500 Giorni Insieme; anche quando ho fatto 4 Matrimoni, non ho mai pensato che stavo scrivendo una commedia romantica, ma ovviamente io mi sono innamorato per la prima volta a 7 anni e poi tante altre volte nella vita. L’amore mi ha sempre interessato, per questo è al centro dei miei film.

Nei suoi film molte scene più che recitate sembrano quasi momenti rubati agli attori, come ad esempio quella del matrimonio in cui ridono sotto la pioggia, quanta libertà lascia agli attori in queste scene?

In quella scena in particolare la cosa che devi considerare è che si loro recitavano, ma allo stesso tempo erano anche davvero bagnati e c’era davvero la pioggia e urlavano. Ho imparato pian piano a creare situazioni che siano il più naturale e reale possibile, con un operatore con la camera sulle spalle che segue glia attori e un girato fluido, piuttosto che continuamente bloccare la scena e renderla costruita. Nella scena del funerale eravamo davvero tutti molto emotivi e tristi perché le riprese stavano per finire e era l’ultima scena di Bill (Nighy); quando finisci un progetto non sai mai se lavorerai ancora insieme, quindi questo ha aggiunto sentimenti reali alla scena.

questione di tempo tim e mary racheal mcadams

In questo film la sua visione dell’amore si evolve perché per la prima volta racconta di una famiglia: ci sono marito e moglie, padre e figlio, i suoceri…

Questa è stata la sorpresa di Questione di tempo, ho scritto le vicende di una famiglia, prima c’era l’amore per una ragazza e per gli amici. Qui l’innamoramento è solo metà dei film. Tra Love Actually e ora, ho perso tre membri della mia famiglia e penso sempre a loro e queste dinamiche sono nel film. Quando mia madre stava per morire le ho chiesto di raccontarmi tutti i fatti della sua vita e li ho scritti, ma poi quando non c’era più mi sono pentito di non averla ripresa fare le cose quotidiane, perché i fatti non ti interessano, ma ti manca sentire il suono della voce. Ho davvero scoperto la gioia dell’ordinario e se potessi tornare indietro nel tempo sceglierei di rivivere una cena di famiglia qualsiasi.

Parlando della gioia dell’ordinario, come questo concetto ha ispirato il film?

L’idea è nata da una conversazione con un mio amico che non vedo molto in cui ci siamo chiesti se era eravamo felici; io mi stavo lamentando della mia vita complicata, ma in quel momento mi sono reso con che quella giornata, in cui avevo visto lui, avevo portato i bambini a scuola e avrei cenato in famiglia, mi aveva reso molto felice, più dell’attenzione del pubblico o di una nomination all’Oscar. Così ho cominciato a pensare al fatto che sono i giorni comuni a renderci felici e nel film mi sarebbe piaciuto che il personaggio vivesse solo un giorno comune felicemente, ma poi ho capito che non avrebbe funzionato. Così ho inserito il fattore del viaggio nel tempo e mi piaceva il fatto che tra tutti i giorni che avrebbe potuto scegliere di rivivere, lui  ha scelto un giorno ordinario che lo ha reso felice.

 

Se poteste rivivere un giorno o un momento della vostra vita, quale sarebbe?

Guarda il trailer di Questione di tempo di Richard Curtis: