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Fabrizio Frizzi, un personaggio e un’era tv se ne vanno

scritto da Claudia Lisa Moeller

Quando stamani ho letto sui principali portali italiani la morte di Fabrizio Frizzi ci sono rimasta male. È sempre strano quando muore un personaggio che è entrato nelle nostre televisioni, ci ha fatto compagnia per tante serate e anche se non lo consociavamo di persona, ci pareva di sapere qualcosa del Signor Frizzi.

Occhi scuri, voce calma, capelli neri e ricci, alto. Nessun segno ci avrebbe fatto dedurre che egli facesse parte del mondo televisivo italiano. Come nel suo programma I soliti ignoti: se lo avessimo osservato e ci avessero chiesto di indovinare chi fosse Fabio Frizzi, mai avremmo detto conduttore tv.

In una televisione oggi dedita allo scandalo – non scandalo (vedere la penosa strategia acchiappascolti di alcune trasmissioni attualmente in onda), alle interviste domenicali sull’esistenza degli angeli e ai piatti pronti al microonde in cinque minuti e ai riccastri italiani, Fabrizio Frizzi era ancora un conduttore di altri tempi. Gentile, compassato, mai una battuta fuori posto o luogo, parlata chiara e senza inflessione (ormai la vera rarità del piccolo schermo).

Una vita privata che avrebbe potuto essere una succulenta ribollita di gossip, invece sulle sue due mogli Frizzi non si è mai sbilanciato. Né quando era sposato alla collega Rita dalla Chiesa, né quando Frizzi si innamorò perdutamente di una concorrente del concorso di bellezza Miss Italia che poi avrebbe sposato (Carlotta Mantovan). Frizzi è legato ad un pezzo della televisione italiana che nemmeno esiste più: ha condotto Miss. Italia.

Era la sua edizione ancora lo show dalla durata infinita di qualche giorno in onda su RAI 1, da Salsomaggiore Terme, tra il 1988 al 2002, i costumi neri da clausura. Per intenderci la Miss. Italia di Frizzi era lo show e porta d’ingresso per moltissime giovani nel mondo della moda o spettacolo. Era uno dei pochissimi trampolini di lancio, non c’erano nemmeno ancora le veline. Semmai dovette cedere poi il passo alle selezioni di Canale 5 che ricercava nuove aitanti, fresche, giovanotte in mini e danzanti sui banconi.

Fabrizio Frizzi era ancora il conduttore della vecchia scuola. Nessun reality show o trono o Youtube a segnare l’inizio carriera, ma la lunga gavetta tutta in RAI. Alla RAI aveva così anche lui incominciato (come molti suoi coetanei) nella tv dei ragazzi, ovvero conduceva e presentava programmi intesi per i più piccoli (Il barattolo – 1980). Con la tv dei ragazzi man mano era arrivato ai programmi più rinomati, prestigiosi e importanti della RAI.

Ricordiamo anche il suo impegno umanitario. Non solo ha condotto per diversi anni (2005 – 2016) il Telethon, ma è anche stato molto attivo nel promuovere la campagna per donare il midollo osseo. Lui stesso lo aveva donato salvando la vita di una giovane paziente.

Per me Fabrizio Frizzi, però, rimane il conduttore timido, discreto, mai sopra le righe di Scommettiamo che…?, programma in onda su RAI 2 tanti anni fa. C’era il timido Fabrizio Frizzi che mandava avanti lo show senza scomporsi davanti alle più improbabili prove e scommesse.

E per chi di televisione non fosse grande esperto o appassionato,  ricorderà l’incursione di Frizzi nel cinema. Nel 1995 la Pixar rilasciava nei cinema il suo primo film: Toy Story. Fabrizio Frizzi aveva prestato la voce al protagonista del film: lo sceriffo Woody, un cowboy coraggioso, un po’ piacione e geloso del nuovo arrivato Buzz Lightyear. Una specie di antitesi per il conduttore schivo e dai modi tutt’altro che arroganti.

La morte di Fabrizio Frizzi segna non solo la fine di un’esistenza umana, ma anche la fine di uno stile televisivo ormai dimentico. Uno di quegli stili che si rifanno a Corrado che oramai per molti rimane un nome senza viso e volto della tv italiana. Non ci sono più i conduttori che anche quando il capo di rete li critica ferocemente in diretta (Fabrizio del Noce non si fece problemi in diretta nazionale a bollare un’edizione di Miss. Italia del 2002 come “noiosa”)  rimangono impassibile e semmai fanno le tue rimostranze dopo. Coraggiosamente, infatti, Frizzi lasciò la rete ammiraglia della RAI per tornare l’anno successivo su RAI 2. A riprova che la televisione non è sempre un gallinaio dove chi strilla vince.

Anche del suo malore, avvenuto durante le registrazioni del gameshow L’eredità qualche mese fa, Fabrizio Frizzi aveva quasi taciuto. Era riapparso al fianco di Carlo Conti per una serata proprio sul suo posto di lavoro lasciato tanto improvvisamente, ha rilasciato una sola intervista in cui parlava dell’amata figlioletta Stella, ma nulla di più. Quasi sembrava si fosse scusato per aver interrotto il suo lavoro e il rapporto di fiducia e di consuetudine instaurato con il suo pubblico. Niente lacrime da arredo di studio, ma una speranza tenace e disperata di vedere sua figlia crescere.