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Chiara dello Iacovo a Sanremo 2016 con Introverso: Intervista esclusiva!

scritto da Laura Valli
Chiara dello iacovo

Grazie alla sua partecipazione alle selezioni di Sanremo Giovani, abbiamo avuto modo di conoscere le qualità canore di Chiara dello Iacovo. In attesa di vederla sul palco dell’Ariston dal 9 al 13 febbraio 2016, ieri (26 Gennaio) ci ha concesso un’ intervista in esclusiva, nella quale ci ha raccontato come sta vivendo l’attesa di Sanremo e cosa è previsto subito dopo il Festival.

Ciao Chiara come va?

Benissimo grazie!

Com’è cambiata la tua vita dopo essere stata scelta per Sanremo Giovani?

In realtà è stato un processo abbastanza graduale, quindi non è che da un giorno all’altro la vita ti viene sconvolta, semplicemente si incrementano gli impegni. È una macchina che si è messa in moto che ha a che fare con questa cosa. È il coronamento di un progetto sviluppatosi nel tempo, che già stavamo affrontando con l’album che sarebbe dovuto uscire a novembre, si è incastrato tutto alla perfezione. Forse altri artisti hanno avuto altri percorsi, cambiamenti più drastici, io invece l’ho vissuto in maniera più calibrata.

I numerosi concorsi cui hai partecipazione e l’esperienza al talent The Voice, ti aiutano ad affrontare meglio l’ Artiston?

L’aver partecipato a The Voice mi ha fatto mettere molto più a fuoco il mio approccio con il palco e il mio approccio con il grande pubblico. Di sicuro Sanremo sarà diverso, perché Sanremo ha un contesto diverso con una storia diversa, un alone differente che lo abbraccia; e poi porto una canzone scritta da me, quindi porto tutta me stessa e basta lì sopra, non sto interpretando brani di qualcun altro, questa è una grande differenza perché metti in gioco di più il cuore.

Come è nata Introverso? Mi puoi parlare della canzone che ti ha portata a Sanremo?

È stata lo sfogo di un periodo di frustrazione e disagio durato circa tre mesi, che se non avessi scritto credo che sarei implosa, o qualcosa del genere. Il periodo The Voice. A dire il vero è una cosa che soffrivo anche prima di partecipare a The Voice, soltanto che venendo in contatto con il mondo dello spettacolo questo meccanismo viene messo particolarmente in luce, ed è questa mania che in un ambiente come quello è all’ordine del giorno, ovvero in cui si sente sempre il dovere di dimostrare ed ostentare i tuoi stati d’animo, le tue consapevolezze o semplicemente te stesso. Non basta più la semplice autocoscienza, di quelle che sei, quello che hai e quello che vuoi, sei sempre in dovere di dichiararlo, e quindi io la vivevo come una situazione che mi pesava, e per questo ero diventata un po’ schiva sembravo quasi superba perché me ne stavo sempre per i fatti miei, parlavo di rado, e quindi i soffrivo. È vero che è anche una parte del mio carattere, ma io sono anche estrosa in altre circostanze, ma lì proprio non lo riuscivo a fare.

È la natura del talent che ti limitava?

È il modo in cui è costruito che mi inibiva e limitava. Sono sempre rimasta molto coerente con me stessa, il problema non era non essere io era appunto l’ostentare in continuazione, esternando le proprie sensazioni, in modo eccessivo, senza pausa. Io sapevo quello che ero, le mie capacità, ma non capivo perché lo dovevamo ostentare in ogni momento. È difficile da spiegare … lo vivevo come una forzatura.

Ho visto il video che hai realizzato per Introverso, cosa ti ha ispirato per al sua realizzazione? In Particolare mi incuriosiscono i barattoli. Qual’è messaggio vuole esprimere?

Questo video sostanzialmente è un ciclo che potrebbe andare in lup, che si potrebbe ripetere anche il giorno seguente. C’è quest’esserino che ha il compito di girare per il mondo e raccogliere questi barattoli di discussioni, che lui si porta dietro durante la giornata e che o appesantiscono sempre di più, e quando arriva a casa mette i barattoli sugli scaffali togliendoli da se stesso ed essere così pronto l’indomani ad andare nel mondo e servire la realtà che lo circonda. Anche il cuore che ha in mano a fine giornata è tutto incerottato proprio perché è affaticato da tutta quella realtà che ha dovuto affrontare.

Tra i ragazzi del Talent, chi vorresti con te su quel palco dell’Ariston a condividere quell’esperienza?

Durante il talent avevo legato molto con Fabio Curto, perché condividevamo abbastanza gli stessi criteri musicali, e quello era un punto a favore; però mi ricordo che a livello di affinità la prima persona con cui mi ero subito travata era Marco de Vincentis poiché anche lui era à fuori dagli schemi, centrava proprio poco là in mezzo, e quindi c’eravamo subito trovati, eravamo due pesci fuor d’acqua, anche se lui a differenza mia è riuscita a viversela meglio. Forse se io fossi riuscita a vivermela bene come lui non avrei scritto questa canzone.

E tra i quelli che con te hanno partecipato alle selezioni per Sanremo Giovani, con chi hai più affinità?

Siamo generi musicali molto diversi, ma umanamente posso dirti che mi piace molto Erman, durante le interviste di gruppo ho fatto ho avuto occasione di capire come pensiamo, proprio a livello di meccanismi di ragionamento, credo che erma abbia di meccanismi molto simili ai miei, mi piace perchè nell’ambiente musicale dei canautori siamo simili. E sì mi piacerebbe potesse nascere qualche collaborazione in futuro. Inoltre mi ricorda molto corto maltese e io adoro corto maltese.

Prima accennavi al tuo album in uscita, ci anticipi qualcosa?

Uscirà il 12 febbraio, s’intitola Appena sveglia e raccoglie i 10 brani più significativi da quando ho iniziato a scrivere in italiano, nel periodo tra 13 e i 19 anni, a parte Introverso che è stata aggiunta in extremis perché nata così alla sprovvista. Derivano da matrici diverse perché tra 13 e 19 anni passa un abisso, perché sei le pieno della ricerca del tuo spazio; però mi piace che nonostante siano di periodi così diversi abbiamo trovato un filo conduttore nell’arrangiamento che va un po’ in controtendenza con il mercato musicale italiano del momento, che tende ad un perfezionismo quasi patinato. È molto vero come album nel senso che le voci non sono assolutamente ritoccate, gli strumenti sono registrati dal vivo è una bella dimensione.

Un po’ come si facevano una volta.

Sì, da un po’ la sensazione di quando sei appena sceglia e non hai ancora avuto il tempo di metterti addosso tutte le tue armature, le tue sovrastrutture.

Dopo Sanremo e l’uscita dell’album prevedi un tour promozionale? O concerti dal vivo?

Dal 15 febbraio iniziamo un instore tour promozionale in Feltrinelli e Mondadori, che durerà una decina di giorni e che coinvolgerà tutto lo stivale, un obiettivo concreto che da un certo punto di vista mi rende anche più leggero affrontate Sanremo, perché quello che fa più paura non è Sanremo ma il gradino successivo, e questo un po’ mi tranquillizza. E poi si di sicuro ci sarà un tour di concerti vero e proprio.

Se dovessi scegliere un brano non tuo, ma che ti rappresenta, quale canzone sceglieresti?

Una cover che adoro fare quando suono dal vivo però in acustico, è dare voce e costruire i Nicolò Fabi, è un pezzo meraviglio veramente una chicca.

Hai qualcos’altro che vuoi dire ai nostri elettori, di te, sulla tua esperienza, quello che ti aspetti da Sanremo?

Sanremo miro a viverlo con una leggerezza consapevole, non da sprovveduta ma in modo da godermelo, per far si che sia un’esperienza indimenticabile.

Ora non ci resta che far a Chiara dello Iacovo il nostro in bocca al lupo per la sua partecipazione a Sanremo!