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#ScrivimiAncora – La tua storia d’amicizia: Matte

scritto da admin

Ginger Generation regala la locandina e i libri di #ScrivimiAncora autografati da Sam Clafiln, Lily Collins e il regista Christian Ditter; per poterveli aggiudicare  vi abbiamo chiesto di raccontarci la storia di una vostra amicizia a distanza; le risposte vengono pubblicate e le più votate potranno vincere la locandina e i libri autografati di #ScrivimiAncora e altre premi di Violetta. Ecco la risposta di Blye! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere.

Un giorno, all’età di 9 anni, Matteo mi annunciò orgoglioso che, grazie all’entusiasmante lavoro di suo papà (tutt’ora, dopo 8 anni e mezzo, non mi è ancora chiaro di che lavoro si tratti), si sarebbe trasferito in una bellissima città nuova. In un primo momento non avevamo idea di quanti km ci sarebbero stati a separarci, non concepivamo il fatto che non ci saremmo più visti tutti i giorni. Eravamo entrambi troppo entusiasti… io ero troppo presa ad invidiarlo, lui a riferirmi tutto ciò che la sua mamma aveva descritto di questo posto nuovo, mai visitato da nessuno dei due.
La sera di quello stesso giorno, a cena, mamma mi diede la notizia di cui io e Matteo avevamo discusso tutta la giornata scolastica, ma senza esprimere la nostra stessa gioia. Sembrava triste e preoccupata per me. Preoccupazione che capii solo in seguito, quando alla mia affermazione “ma noi resteremo amici per sempre, ci basterà vederci nel fine settimana” mi disse che non sarebbe stato possibile, che questa “città nuova” era più lontana di quanto pensassimo, che a dividerci ci sarebbero stati più di qualche minuto di macchina e che ciò significava ci saremo potuti vedere per il periodo estivo e solo mettendoci d’accordo con largo anticipo e sperando che gli impegni di loro adulti ce lo permettessero. Per una bambina di 8 anni, che non aveva mai inviato una lettera ma che soprattutto non aveva la minima idea dell’esistenza di tutta questa tecnologia, che invece adesso usiamo, quella notizia fu sconvolgente. Avrei perso il mio migliore amico, il ragazzino che forse incominciava a piacermi, colui con cui giocavo sin dal primo anno di asilo, si stava trasferendo a 831 km da me e non avevo la minima idea di cosa potessi fare per impedirlo.
Passai la settimana ad aiutarlo a riunire i suoi giocattoli nelle grandi scatole di cartone, quando poi, sfortunatamente, arrivò il giorno della sua partenza lo salutai con un enorme sorriso e un bacio sulla guancia cercando di applicare il consiglio di mamma e mostrarmi felice per lui. Lo ‘minacciai’ di mandarmi una cartolina che ritraeva il posto, per confrontarlo con l’idea che mi ero fatta dai suoi racconti e lo lasciai andare.
Quella cartolina mi arrivò qualche settimana dopo e anche se vi era scritto sul retro solo’Il posto è questo, baci Matte’ con la sua orribile calligrafia da maschio, mi rese la bambina più felice del mondo. Quella fu solo la prima di una lunga serie di cartoline, che furono in seguito sostituite da delle vere e proprie lettere che ci scambiammo per anni. Lui mi raccontava le sue giornate, mi descriveva le sue avventure, i posti nuovi che scopriva e la gente che conosceva; io lo tenevo aggiornato sulla gente che conoscevamo cercando di rendere la noiosissima vita un poco più interessante.
Più leggevo le sue lettere e i suoi racconti, più mi innamoravo di lui.
E mentre io mi innamoravo di lui, lui si innamorava di altre ragazze o ragazzi (dico sul serio, mi descriveva le sue infatuazioni ogni settimana per un ragazzo diverso o i suoi appuntamenti con ragazze sempre differenti, mentre per me esisteva solo lui e neanche ci provavo a rendermi simpatica o ‘interessante’ a qualcun altro).
Spesso si ha la convinzione che rivelando i propri sentimenti al proprio migliore amico/a si possa rovinare il rapporto, si ha paura di creare quell’imbarazzo che renderà il rapporto più ‘freddo’ e distaccato; a noi non succedette, quando li rivelai che forse provavo qualcosa di più di una semplice amicizia nei suoi confronti (cosa che li scrissi con inchiostro blu su carta bianca, nonostante avessimo incominciato da un pezzo a scambiarci sms, e-mail, chiamate e videochiamate) e che speravo ricambiasse, lui mi ‘rifiutò’ (con inchiostro nero su carta bianca) ma non mi trattò mai in modo diverso rispetto a prima né io trattai in modo diverso lui.
Tutt’ora siamo rimasti in contatto, abbiamo un appuntamento a settimana via skype e ci sentiamo quotidianamente per telefono. Oggi la distanza è (quasi) superabile grazie alla tecnologia, tuttavia niente dona le stesse emozioni di una lettera scritta a mano.