GingerGeneration.it

Cos’è l’alternanza scuola-lavoro e perché è utile

scritto da Laura Boni

Oggi uno degli argomenti all’ordine del giorno è senza dubbio l’alternanza scuola-lavoro. Spesso si sente parlare di questo piano pensato per i giovani studenti, ma non sempre se ne capiscono funzionamento e finalità. Di cosa si tratta, quindi? L’alternanza scuola-lavoro è un progetto introdotto già 15 anni fa, ma reso operativo solo dalla recente Riforma della Buona Scuola.

In pratica, gli studenti delle scuole secondarie hanno l’obbligo di svolgere un tot ore orientate alla formazione lavorativa: una parte delle quali presso le sedi fisiche delle aziende cui vengono assegnati. Lo scopo è naturalmente quello di preparare i giovani alunni all’impatto col mondo del lavoro sin da subito: nella teoria, infatti, l’alternanza scuola-lavoro garantirebbe agli studenti di uscire dalle scuole secondarie avendo già accumulato un certo livello di esperienza pregressa.

Mondo del lavoro: l’esperienza

Ed è proprio l’esperienza ciò che oggi conta e risalta più di tutto, se si dà uno sguardo al mondo del lavoro: difficilmente le aziende assumono nuovo personale che sia privo di un certo “rodaggio” a livello professionale. Perché, pur preferendo giovani individui da plasmare, si richiede comunque l’aver già rotto il ghiaccio con un certo settore, per non partire proprio da zero.

Questo lo si può verificare anche controllando le offerte di lavoro presenti su siti web specializzati come Kijiji: un po’ di esperienza pregressa viene sempre richiesta dalle aziende che aprono alle assunzioni. L’alternanza scuola-lavoro, quindi, se svolta correttamente può in effetti rappresentare un’ottima soluzione per preparare un giovane alle suddette richieste.

Alternanza scuola-lavoro: la scelta delle aziende

Non sempre, però, questo strumento potenzialmente utile viene adoperato in modo corretto. Ad esempio, in Emilia Romagna sono stati numerosi gli studenti che si sono ribellati all’imposizione dell’alternanza scuola-lavoro. Il motivo? Alcune aziende si sono approfittate del progetto, utilizzando i giovani come bassa manovalanza (ovviamente a costo zero).

A testimonianza, il caso dello studente veneto, ritrovatosi a spalare letame in una stalla, come progetto. Ed è così che un network di studenti si è attivato per denunciare la cosa, e per sensibilizzare le istituzioni su questa forma di sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro.

In questi casi, infatti, non si trasferisce un know how allo studente ma lo si sfrutta: dunque decade lo scopo dell’alternanza scuola-lavoro, diventando uno strumento per le aziende e non per gli studenti. È un problema che riguarda anche i professori responsabili dell’accoppiamento studenti-aziende. Non è nemmeno facile prendere posizione per i giovani, per la paura di ritorsioni a livello disciplinare a scuola. Da ciò si capisce quanto sia importante scegliere con cura le aziende convenzionate.