GingerGeneration.it

Intervista a James Arthur: “ho visto la cover dei Maneskin, sono forti!”

scritto da Alberto Muraro

James Arthur sarà uno degli ospiti internazionali che il prossimo 14 dicembre calcheranno il palco della finale di X Factor 11 al Forum di Assago. L’artista britannico, vincitore di X Factor Uk nel 2012, ha di recente pubblicato il disco Back from the edge ed è già al lavoro su un nuovo disco, la cui uscita è prevista per il prossimo anno.

Ad anticipare il nuovo progetto discografico di James Arthur (il terzo della sua carriera) è il singolo Naked, scritto insieme a Max Martin, Savan Kotecha e Johan Carlsson. Il pezzo, un intenso brano fra il pop e il soul, mette a nudo l’artista e rappresenta la sua vulnerabilità.

GingerGeneration.it ha avuto la fortuna di incontrare l’artista proprio poche ore fa, a breve distanza temporale della sua performance ad X Factor: ecco cosa ci ha raccontato!

Cosa ci puoi raccontare di Naked? Come puoi descrivere questo periodo della tua carriera?

Sono passato per anni abbastanza tumultuosi, forse in molti non si sarebbero potuti aspettare che sarei tornato quello di prima. Naked una canzone che rappresenta soprattutto la mia vulnerabilità, si parla di persone che hanno passato momenti difficili. che stanno male per amore. Naked è musica sincera, è quello che sono io in questo momento

Che cosa rappresenta Naked per il tuo prossimo disco? Il suo sound è quello che ritroveremo nell’album?

In realtà Naked la considero come una canzone a sé. Spero che nel mio disco ci possano essere tutti i generi che mi piacciono, dal gospel al pop passando per il soul, il rock e l’house. Sono stato affiancato per l’occasione da una lunga serie di amici e collaboratori bravissimi, da Ryan Tedder a Steve Mack passando per King Henry. L’unica cosa certa che ti posso dire riguardo all’album è che uscirà l’anno prossimo!

Sei artisticamente nato da X Factor: pensi che sia ancora un valido trampolino di lancio per gli artisti?

In generale si, assolutamente. Alcuni dei cantanti che sono usciti da X Factor ce l’hanno fatta anche perché avevano un talento alle spalle, pensiamo per esempio alle Little Mix o agli One Direction. Non credo sia una coincidenza il fatto che chi aveva un’identità è ancora sul mercato. Adesso comunque è complessa la situazione perché spesso per riuscire a farti ascoltare devi avere un appoggio economico alle spalle, che non è stato il mio caso.

Quale pensi sia stata la curva più bassa della tua carriera e che tipo di influenza essa ha avuto sulla tua musica?

La curva più bassa è stata di certo il periodo della depressione. Mi sono ritrovato, praticamente da un giorno all’altro, in un buco nero di autodistruzione. Soffrivo d’ansia, ho avuto un esaurimento nervoso. Dal punto di vista musicale questo potrebbe avere un effetto “dark”. La mia musica in generale sarà sempre molto “visivo”, pensa per esempio al pezzo di Say You Won’t Let go in cui dico frasi come “ti tenevo indietro la testa quando vomitavi”:

 

In questo senso pensi che la musica ti abbia aiutato? Che consigli daresti a chi si è trovato nella tua stessa situazione?

La risposta a questa domanda meritrebbe un discorso a parte, in un altro contesto, è molto complessa. Di certo la musica è stata catartica, è stata una cura e può essere d’aiuto. Ma non è così semplice: è chiaro che non è che io possa dire “ok, scrivi una canzone, ti sentirai meglio”.

I Maneskin e Andrea Radice hanno cantato due pezzi tuoi ad X Factor 11. Stasera duetterai con i finalisti, fra cui anche la band, hai avuto modo di vedere i video delle loro esibizioni?

Si, ho visto i Maneskin che hanno cantato You’re nobody ‘till somebody loves you. Sono stati davvero forti, mi sono piaciuti e poi fanno un genere di cosa che ad X Factor Uk non ho mai visto, sono una band e suonano strumenti dal vivo.

Cosa ti aspetti dalla finale di X Factor? Secondo te chi vincerà?

Mi aspetto di divertirmi e mi aspetto tanta energia. Suonerò, sarà una performance strumentale. Non so davvero chi vincerà e comunque non posso parlare: sai alla fine mi esibisco con tutti e quattro, se duettassi soltanto con uno dei finalisti sarebbe diverso!

Che ne pensate della nostra intervista a James Arthur?