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Clubhouse: Cos’è e quali sono le nuove opportunità per i creator – Intervista a Fabio Betti

scritto da Laura Boni
Fabio Betti clubhouse

Clubhouse è il nuovo social di cui tutti stanno parlando, ma che cos’è? E soprattutto quali nuove opportunità darà ai creator che vorranno cimentarsi in questa nuova avventura? Ne abbiamo parlato con Fabio Betti, fondatore di 2MuchTv, agenzia specializzata nell’ideazione e produzione di campagne di comunicazione social e manager di molti dei vostri influencer preferiti.

Per chi non avesse ancora famigliarità, Clubhouse è un social prettamente audio, che si basa sulla creazione di club e stanze virtuali all’interno delle quali si creano conversazioni su vari temi. Qui potrete dunque discutere di talk show, canzoni, lavoro, amore, politica e molto altro ancora.

Ecco la nostra intervista a Fabio Betti di 2MuchTv su Clubhouse:

Ciao Fabio, per iniziare, mi parli di 2MuchTv, di come è nata e di cosa si occupa?

2MuchTV è un’agenzia che si occupa di branded content ed influencer marketing, quindi creiamo campagne di comunicazione per le aziende basate sul contenuto e l’intrattenimento. Siamo tra le agenzie più grandi in Italia con decine di talent in esclusiva e centinaia di creator con cui facciamo collaborazioni di vario tipo.

Uno dei progetti di cui siamo più fieri è DubbleTap, un talent per tiktoker, che è stato il primo evento europeo ufficiale quando la piattaforma si chiamava ancora musical.ly.

In questo momento il grande trend a livello social è Clubhouse. Perché sta spopolando?

Penso per due motivi: innanzitutto perché è una novità e molte persone vogliono provare una nuova esperienza ed un nuovo modo di comunicare. Il secondo ambito, che penso sia quello che permetterà a ClubHouse poi di affermarsi, è che si tratta di una piattaforma nel quale non si predilige l’estetica, ma i contenuti, bisogna saper parlare ed avere qualcosa da dire, e quindi apre a tanti creator che sui altri social, come ad esempio Instagram, non hanno avuto modo di emergere. Si tratta di una skill che fino ad oggi non era stata premiata.

Chi vuole ostentare, non verrà su Clubhouse, ma viene chi vuole raccontare e se è bravo, avrà sicuramente longevità. E’ un paradigma completamente nuovo nell’ambito social.

Quali opportunità possono avere i creators?

Sfruttare l’altissimo livello di attenzione che in questo momento c’è su Clubhouse per portare i propri contenuti e dire qualcosa di interessante; in questo modo si potrà iniziare a fidelizzare un pubblico. Ovviamente è più facile creare un’audience quando una piattaforma è nuova ed in voga. Quello che consiglio ai miei creators è: se avete un’idea bella e qualcosa da raccontare, fatelo subito, perché questo è il momento giusto.

Come state lavorando con i vostri target sui Clubhouse rispetto alle altre piattaforme?

Non è semplice perché è molto diversa dagli altri social in quanto non c’è nulla di visivo. Il nostro lavoro è quello di supportare i talent nel trasformare i loro contenuti in qualcosa di solo audio. Non per tutti i talent, però, sarà naturale.

Clubhouse è un social anche per i giovanissimi? O loro rimarranno su TikTok ed Instagram?

In questo momento in Italia la maggior parte degli utilizzatori, nella mia esperienza, sono dai 25 ai 40 anni. Penso che la piattaforma, però, possa essere di appealing per la Generazione Z, ma in questo momento hanno una difficoltà di interpretazione della piattaforma. Non sono abituati a questo tipo di contenuti e per ora non ci sono contenuti ad hoc per loro; penso che l’arrivo dei più giovani sarà più lenta, ma inesorabile e poi saranno loro stessi ad essere la community dominante su Clubhouse.

Come si evolverà e come si sta evolvendo il mercato dell’influencer markenting?

Penso che ci sarà una polarizzazione del mercato, vedremo i grandi creator sempre più grandi e diventeranno i punti di riferimento in ogni diversa categoria. Tutti gli altri rimaranno nella categoria micro-influencer. Questa frammentazione di social contribuisce a questa deriva, che, però, è iniziata già da tempo.

Non è un problema, ma solo una tendenza del mercato e questo comporterà che per le campagne ci saranno pochi nomi appealing di creator mainstream e tutti gli altri creator saranno coinvolti nelle campagne di influencer marketing più tradizionali, che a questo punto diventeranno anche più interessanti per i brand perché forniranno pubblici più specifici.

Consiglio per giovani creator che si affacciano in questo mondo?

La perseveranza, molti si arrendono in fretta. Il secondo consiglio che mi sento di dare è di non aver paura di cambiare e di accettare gli errori; non affezionarsi troppo a qualcosa che non funziona ed innovarsi sempre.