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Intervista agli Astenia: “Fa Che Sia Tutto Diverso è un augurio, una speranza”

scritto da Alice Ziveri
Astenia - photo credit: Matteo Casilli

Un gruppo emergente romano che ha già iniziato a scavarsi un suo spazio nella scena musicale italiana: gli Astenia, formatisi nel 2005, dopo diversi demo, partecipazioni a Festival e concorsi nazionali, pubblicano quest’anno il loro primo EP, Fa che sia tutto diverso.
Il loro nome viene da un termine medico, che cambiando l’accento perde un significato che non li rispecchia: “Volevamo creare qualcosa di diverso da una parola che già esiste. Astenia indica mancanza di forza, debolezza, qualcosa che non ha nulla a che fare con noi – cambiando semplicemente l’accento è venuta fuori una cosa che suonava bene, ci piaceva”.
Nel corso degli anni, gli Astenia hanno aperto i concerti di artisti come 24 Grana, Amari, Daniele Groff, Il Teatro Degli Orrori, Le Luci Della Centrale Elettrica, Le Mani, Masoko, Max Gazzè, Ministri, Ratti della Sabina, The Electric Diorama, The New Story, Tre Allegri Ragazzi Morti, Vanilla Sky e Velvet. E proprio i Velvet hanno co-prodotto artisticamente l’EP Fa che sia tutto diverso, uscito lo scorso 27 Aprile.
Quattro brani (Nel tuo disordine, Les Ulis, Un giorno nuovo, (Nel modo) Più naturale possibile) che vanno a comporre un disco pop-rock insaporito da accenti elettronici e arricchito da sezioni orchestrali.

Fa che sia tutto diverso: come mai questo titolo?

Nasce da un’esigenza. Abbiamo lavorato un anno e mezzo con i Velvet, alla ricerca di un cambiamento; avevamo bisogno di respirare aria nuova, una necessità legata al momento sociale che viviamo ma anche a particolari momenti personali di ognuno di noi. Il cambiamento c’è stato, dal punto di vista musicale, e di conseguenza è venuto il titolo in maniera naturale, non è stato pensato un granchè. L’EP vuole essere una svolta sia musicale che personale, e speriamo che anche chi l’ascolta possa avere una svolta nella propria vita. “Fa che sia tutto diverso” è un augurio e una speranza in questo senso.

Si sente une certa influenza britanniza nella vostra musica…

Ah, sei la prima persona che me lo dice! Mi fa piacere, perchè siamo decisamente propensi a quella direzione musicale. Sia io [Fabio, ndr] che Gianluca ascoltiamo molte cose di origine britannica, anche quando componiamo. E’ un tipo di sound assolutamente voluto.

Come nascono i vostri pezzi?

Di solito l’idea parte da uno di noi, che poi la porta agli altri. Ci si lavora insieme, creiamo delle versioni di pre-produzione e, quando abbiamo fatto un demo che ci soddisfa, la presentiamo alla produzione artistica, i Velvet. Con loro passiamo in studio e facciamo delle sessioni dove iniziamo a modificare, migliorare, togliere quello che non ci convince, eccetera. Piano piano la registriamo. E’ un processo ormai consolidato, sono due anni che lavoriamo così e ci troviamo molto bene.

Avete aperto i concerti di diversi gruppi italiani conosciuti, come sono state queste esperienze?

Apriremo ancora per il Velvet il 16 Giugno. Con loro avevamo già suonato al Circolo degli Artisti, ed è sempre figo condividere il palco con artisti più affermati di noi. Puoi avere le loro impressioni sul momento: per esempio ricordo che al Circolo degli Artisti ci ha fatto enormemente piacere ricevere i complimenti da Federico Zampaglione. Per il momento non ci è mai capitato di trovarci di fronte a gente spocchiosa, poi beh, lavorare con i Velvet è praticamente naturale, sono un po’ come dei fratelli maggiori ormai. Ci galvanizza.

Si sa che non è un periodo facile per i musicisti emergenti: come vivete le difficoltà?

Le difficoltà per noi sono all’ordine del giorno, abbiamo appena iniziato. Ma non c’è niente di facile in questo periodo, essendo un momento di crisi. Però la cosa non ci spaventa. Per quanto riguarda la musica nello specifico, quello che forse dà più fastidio una certa indifferenza delle persone: la gente non è più abituata ad ascoltare musica di un certo tipo, questo è l’unico problema. Ci piacerebbe che la gente avesse un po’ più d’attenzione. Per il resto, di certo non facciamo musica per guadagnare i milioni, sappiamo che sono passati da un pezzo quei tempi.

Progetti i mesi estivi?

Stiamo pensando di realizzare un nuovo video promozionale su uno dei brani dell’EP. Ma soprattutto vorremmo suonare il più possibile in giro: stiamo programmando qualche serata, non appena saranno confermate ne daremo annuncio tramite i vari canali internet!

Photo credit: Matteo Casilli