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Simon Cowell racconta tutta la verità sugli One Direction in un’intervista

scritto da Alberto Muraro

In occasione del tanto discusso decennale dei One Direction, la band che ha contribuito a creare, Simon Cowell ha raccontato tutta la verità sul gruppo in una lunga intervista a Rolling Stone.

Al celebre magazine musicale, Simon Cowell ha svelato tutti i segreti dietro alla creazione del gruppo, le sue impressioni iniziali sui ragazzi e molto altro ancora. Un’intervista che ci certo farà molto parlare, visto e considerato che per molte directioner la figura di Simon Cowell è decisamente controversa.

Partiamo da una delle domande più spinose. Com’è stato possibile conciliare la necessità cretiva dei singoli artisti con il bisogno di controllare le loro azioni?

 

simon cowell

Ottima domanda. Quando prendi questo tipo di decisioni tutto dipende da chi sono gli individui, ed è stato molto interessante. Perché quando lavoravocon loro allo show e stavamo scegliendo le canzoni settimana dopo settimana discutendo di certe cose, mi piaceva sempre parlare con loro e discutere. Pensavo che fossero tutti molto svegli, che avessero buon gusto e un’ottima comprensione del mercato. Quindi quando abbiamo fatto il disco, non li abbiamo obbligati a fare nulla che non volessero fare. Quando stavamo registrando una canzone che non piaceva loro, l’avremmo semplicemente lasciata perdere. Avevamo un grande rispetto reciproco. Ci avrebbero ascoltati, e io avrei ascoltato loro. Eravamo quasi sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Non riesco a ricordare un particolare momento quando ci siamo scontrati. Di norma eravamo sempre d’accordo su tutto.

Nell’intervista Simon Cowell non fa certo mistero della particolare stima che ha avuto, fin da subito, nei confronti di Harry Styles:

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Mi ricordo tutto del suo primo provino. Quello che ha detto, quello che mi ha raccontato del suo lavoro. Mi è piaciuto da subito e ho pensato: “Questo ragazzo ha tutto, è molto sicuro di se, ha un carisma incredibile, ed è un cantante straordinario. Non ha cantato benissimo al primo provino, ma era di fatto un ottimo canrante e tutti pendevano dalle sue labbra. Era tutto quello di cui uno show di questo tipo ha bisogno: un frontman naturale e memorabile.

Passando a Zayn, il membro che avrebbe poi lasciato il gruppo nel 2015, Cowell ha commentato:

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Ho un rapporto particolare con lui, perché nella seconda parte della competizione doveva imparare a ballare con un insegnante di danza. Ma era troppo in imbarazzo, ha lasciato il palco, abbandonando la competizione. L’ho trovato nel retro del teatro seduto da solo e gli ho detto: “Tu lo devi fare, punto”. Lui mi ha detto: “Non posso, sono in imbarazzo”. Allora io ho detto: “Devi affrontarlo. Non è la fine del mondo, ce la puoi fare. Puoi fare qualsiasi cosa. Ma se te ne vai perderai un’occasione. Non mi sono reso conto in quel momento che sarebbe entrato negli One Direction. L’ho solo visto come un bambino. Non ha mai saputo quanto fosse bravo, aveva un grosso problema di fiducia in sé stesso. Siamo stati molto fortunati, perché ognuno di questi ragazzi gioca un ruolo fondamentale nel gruppo.


Per quanto riguarda Louis, Simon Cowell ha dichiarato:

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Ha un gran gusto. SI veste sempre bene, ha sempre saputo l’atteggiamento giusto da avere, ama la musica, è sempre aggiornato sui trend. Ed è cruciale avere una persona con grande gusto in una band, è fondamentale.

Parlando di Niall, invece, Cowell ha detto:

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Mi è piaciuto fin dalla prima audizione. Penso sia davvero un ragazzo adorabile. Ama tutto questo business. Quando non cantava durante lo show, era dietro nel backstage a guardare gli altri concorrenti. Adorava tutto il processo per cui stava passando. E poi appena entra è come una luce che illumina la stanza.


Infine ecco le parole di Simon Cowell su Liam Payne:

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L’avevo visto prima che entrasse a The X Factor, aveva 14 anni, e non ce l’aveva fatta. Per assurdo gli altri giudici non l’hanno apprezzato granché. Ma io l’ho sempre sostenuto. E poi la prima volta non ce l’ha fatta perché era troppo giovane. Poi quando siamo entrati la seconda volta, mi sono sentito super fero di lui perché ce l’ha messa tutta per mettersi in luce. Quando è tornato, è stato bravissimo. E poi ero rimasto male nella fase di cui vi parlavo prima, quando aveva sbagliato quella particolare canzone. Ma ero sicuro che con la fiducia in sé stesso sarebbe stato un ottimo membro del gruppo. Proprio per questo non ho esistao a riportarlo indietro.