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Milan Fashion Week 2011: impressioni

scritto da Francesca Parravicini

E anche questa Fashion Week è passata. Via i lustrini e le pailletes, spazio alle e rovine dei cartelloni degli stand dedicati alla manifestazione, poi la normalità. Tra sfilate ed eventi più o meno esclusivi cosa ci ha lasciato questa settimana di tacchi a spillo ed affettata eleganza? Tutto e niente.

Donne di corsa

Siamo sempre di fretta. Tra mille impegni e forse più a volte ci vorrebbe un altro corpo per riuscire a far tutto. Dalle passerelle emerge una donna al passo con i tempi, che guarda alla lato pratico e alla comodità: rinuncia alle stravaganze esotiche degli anni precedenti, senza perdere un po’ di sana frivolezza. Uno sguardo rosa e tipicamente femminile aiuta a vedere un po’ meno grigio. Che finalmente gli stilisti si siano accorti che le donne hanno bisogno di solide certezze e non di stramberie importabili? L’unica cosa che mi lascia sempre perplessa è l’altezza dei tacchi. Vogliono arrivare a toccare il cielo queste modelle? Meglio rimanere con i piedi per terra, se questo significa salvarsi l’osso del collo.

Milano da amare, da odiare

Per le strade si è percepito un certo fermento. Vie più trafficate, negozi più pieni, strani individui in aumento. Come funghi e nei posti più inaspettati, anche un angolo della metro, sbucano alieni usciti dalle pagine dei rotocalchi di moda, così “plasticamente” perfetti da far paura. Ma anche da affascinare. Ovviamente, come in ogni cosa, ci sono lati positivi e negativi. Le manifestazioni di lusso estremo, esagerato ed ostentato, messo lì per dire: “io posso e tu no”, l’arroganza di chi punta sulla ricchezza vera o supposta per sembrare migliore degli altri. E gli esclusi fotografano la gente che entra alle sfilate perché rappresentano uno stile di vita, il modello del “ricco e glamour”, che spesso nasconde zero sostanza e molta ignoranza. Davanti alla vetrina di un prestigioso negozio del centro dorme spesso un senzatetto. Ogni tanto mi chiedo cosa ne pensino le belle e raffinate persone che gravitano intorno a quelle vetrine. Ne sono infastidite? O semplicemente lo guardano con indifferenza. Milano, o si ama o si odia, con il suo centro che grida ricchezza e opulenza ed una periferia di casermoni grigi. La settimana della moda ha portato alla luce con maggior forza queste contraddizioni, che la rendono forse difficile, forse interessante da vivere, ma comunque una sfida: sta a noi cercare un equilibrio tra sostanza e apparenza, cercando in piccolo di cambiare le cose. Tenendo i lustrini e le pailettes come semplice decorazione: si appare come si vive.