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Lightyear: la recensione della backstory di Buzz di Toy Story

scritto da Federica Marcucci
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Siete pronti per tornare nello spazio, verso l’infinito e oltre? Lightyear è arrivato al cinema riportando sul grande schermo uno dei personaggi più amati di casa Pixar, il mitico Space Ranger Buzz.

Diretto da Angus MacLane, il film vede tra i suoi doppiatori italiani Alberto Malanchino, Esther Elisha, Ludovico Tersigni e Linda Raimondo.

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Sono passati quasi 30 anni dall’esordio al cinema di Buzz. Lo Space Ranger, da allora, è entrato nel cuore di chi allora era un bambino ma nel corso del tempo è riuscito a farsi amare anche ai giovanissimi, a riprova di una fama che non ha fatto che cementificarsi.

Pur non essendo un film canonico della saga di Toy Story, Lightyear è però a tutti gli effetti uno spin-off dal momento che ci viene presentato come il film preferito di Andy Davis (lo storico proprietario di Woody e Buzz). Il giocattolo che il piccolo Andy ricevette in regalo nel 1995 non era altri che la replica fedele dell’eroe del film.

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Un dettaglio tenero ma che, tuttavia, non risulta un gancio sufficientemente forte per collegare Lightyear a Toy Story e giustificarne l’esistenza. Nonostante i riferimenti dedicati ai fan di vecchia data, che chiaramente fanno sorridere e scaldano il cuore, la backstory di Buzz è qualcosa che non si capisce bene come collegare all’interno dell’universo Pixar.

Tralasciando piccole incongruenze che solo i puristi di Toy Story possono notare (una tra tutte l’identità dell’imperatore Zurg: chi sa, sa) sarebbe bastato veramente poco per creare una sorta di ponte tra la saga principale e lo spin-off. Cosa che tuttavia non è stata fatta e ha lasciato, almeno me, con l’amaro in bocca e la costante domanda che riguarda il senso di queste operazioni.

E non che alla Disney Pixar non ci abbiamo pensato, come possiamo vedere da queste artwork messe in palio proprio dallo studio d’animazione proprio in occasione dell’uscita di Lightyear.

 

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Può sembrare un dettaglio da nulla, eppure si tratta di qualcosa che avrebbe fatto davvero la differenza. Questa scelta avrebbe creato una continuity coerente all’interno dell’universo di Toy Story, soprattutto alla luce della caratterizzazione del nuovo Buzz che ricorda in tutto e per tutto la modalità Space Ranger del giocattolo che tanto faceva arrabbiare Woody.

Buzz è sempre l’eroe integerrimo, il cittadino modello disposto a tutto pur di rimediare agli errori fatti. Un personaggio in questo senso molto moderno e che porta con sé un messaggio che ben si adatta al nostro presente, ossia quello di essere indulgenti nei confronti di se stessi e di trovare il positivo nelle difficoltà. Soprattutto quando le cose non vanno come ci aspettano.

A maggior ragione la mancata presenza di un collante più forte ma anche di personaggi memorabili, a parte il gatto robot Sox e la migliore amica di Buzz la Space Ranger Alisha, ci fa dire “peccato”. Peccato perché Lightyear intrattiene, scalda il cuore e ci fa tornare indietro nel tempo. Il tutto con una storia che è possibile interpretare su più livelli e regalandoci anche un importante momento di apertura per quello che riguarda le tematiche LGBTQ+ proprio grazie al personaggio di Alisha. Un dettaglio che purtroppo, sta causando anche molte polemiche a conferma che ancora c’è molta strada da percorrere.

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Lightyear avrà un sequel?

Sebbene non sia stato ancora annunciato è molto probabile che il film avrà un sequel. Nell’ultima delle tre scene post credit del film vediamo infatti il malvagio Imperatore Zurg risvegliarsi… chissà magari con un secondo film troveranno il modo per riagganciarsi a Toy Story nel modo migliore.

Lightyear curiosità 

Forse non vi ricorderete ma questo lungometraggio non è la sola opera stand-alone dello Space Ranger. Dal 2000 al 2001 andò infatti in onda la serie tv animata Buzz Lightyear da Comando Stellare, in Italia trasmessa su Disney Channel e Rai2. Le vicende della serie erano completamente sconnesse rispetto agli eventi narrati in Toy Story.