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Cinema in crisi: come e dove guarderemo in film dopo il Coronavirus?

scritto da Federica Marcucci

Da qualche mese a questa parte un’abitudine che poteva apparire scontata, come quella di andare al cinema con gli amici, non lo è più. Sebbene il Coronavirus faccia meno paura, ma non sia comunque da sottovalutare, lo spettatore medio ha timore di tornare in sala. Così prima la chiusura forzata a scopo preventivo e ora un ritorno nelle sale poco entusiasta stanno letteralmente mandando in ginocchio l’intera industria.

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Ovviamente la “colpa” non è del pubblico. Quello del cinema è un meccanismo, una sorta di ingranaggio perfetto che, inceppandosi, dà origine a un effetto domino. Le produzioni si sono fermate, i film non sono usciti. Questo significa che molti dei soldi spesi dalle case di produzione non sono rientrati.

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Come fare per rimediare? Provando a riportare la gente nelle sale, visto che ora si può. Ma la gente in sala è poca: un po’ perché è timorosa, un po’ perché i titoli cosiddetti trainanti non ci sono. La maggior parte dei blockbuster sono stati rinviati per timore da parte delle major di perdere ancora più denaro.

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È il caso di Dune, No Time to Die, Black Widow, ma anche The Batman e molti altri. In alcuni casi si è scelto, non senza polemiche, di optare per una distribuzione ibrida come Mulan: arrivato su Disney+ in anteprima esclusiva ma programmato anche nei cinema di alcuni paesi.

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Insomma cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro?

Purtroppo è chiaro che il cinema sta attraversando la prima grande crisi dopo l’avvento della televisione. Qualcosa di proporzioni inimmaginabili e che potrebbe rimettere in discussione il modo in cui siamo abituati a fruire dei prodotti cinematografici.

Basti pensare che le sale in America sono di proprietà delle major (in Italia la situazione è un po’ diversa perché ci sono molte più realtà private e indipendenti): dunque se gli esercenti sono in sofferenza si tratta di un parte di una macchina che non funziona.

Qualcuno addirittura dice nel futuro guarderemo solo film in streaming, che il sistema delle sale è destinato a morire. Dovremmo davvero rinunciare all’immaginario da sogno che ha reso il cinema, arte e industria, quello che è oggi? Ovviamente speriamo di no, ma non lo sappiamo.

A oggi tutti coloro che hanno un minuscolo ruolo in questo ingranaggio, i grandi registi come Nolan e Scorsese (che insieme ad altri hanno firmato una lettera per la salvaguardia del cinema), gli attori, i tecnici, ma anche chi come la sottoscritta scrive di cinema, non potranno dire quale sarà il futuro. Di che natura sarà il cambiamento.

Non sappiamo quali saranno le logiche che guideranno questa economia come la conosciamo oggi dopo la fine della crisi, ma ci auguriamo che rispettino i professionisti del settore e l’identità stessa del cinema come mezzo.

Dal canto nostro speriamo di poter continuare a emozionarci guardando storie, non solo sulle piattaforme ma anche e soprattutto nelle sale come ormai succede da quel lontano dicembre del 1895.

Forza Cinema!