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West Side Story: il riadattamento di un classico tra sogno e cinema, recensione

scritto da Federica Marcucci
west side story

Riadattamento del celebre musical del 1957, West Side Story di Steven Spielberg è un film grande che racchiude in sé tutta la volontà di ri-raccontare un classico senza mai dimenticare le radici del musical cinematografico stesso.

Già adattato nel 1961, questo nuovo film vede nei panni dei protagonisti Ansel Elgort e Rachel Zegler (qui alla sua prima prova al cinema). A fianco a loro la meravigliosa Ariana DeBose nei panni di Anita e Rita Moreno in quelli di Valentina.

Ed è proprio Rita Moreno (una delle poche celebrità ad aver vinto Emmy, Grammy, Oscar e Tony) a fungere da ponte tra la tradizione e il presente, in questa versione in cui attraverso la storia d’amore impossibile di Tony e Maria Spielberg sceglie anche di raccontare molto altro. Ma partiamo dall’inizio.

Un sogno dentro a un sogno

Dal 1957, anno del suo debutto a Broadway, West Side Story, non ha mai cessato di essere attuale riuscendo a toccare temi umani e sociali come il razzismo, l’integrazione e la trasformazione dei quartieri popolari in zone ricche. Temi a cui si vanno ad aggiungere i valori dell’amore e del perdono che rendono questa storia, ispirata a Romeo e Giulietta, praticamente immortale.

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In questo nuovo e immenso adattamento cinematografico Spielberg riprende tutto questo, dandogli nuova vita. Lo fa meravigliosamente, trovando un equilibrio tra un gusto cinematografico contemporaneo e traduzione, senza dimenticare due cose importanti. La prima è che West Side Story viene dal teatro e la seconda è che il musical cinematografico deve essere portato sullo schermo in modo grandioso, quasi esagerato, così da dare vita a una realtà altra. Un sogno dentro a un sogno.

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Il risultato è un viaggio fatto di colori, senzazioni, scorci reali e allo stesso tempo fantastici che sembrano usciti da un musical della Hollywood degli anni d’oro, in cui la musica originale di Leonard Bernstein risuona in tutta la sua grandezza, come probabilmente era accaduto solo in teatro.

Non mi piace utilizzare la parola che inizia per C e finisce per APOLAVORO: è abusata e credo fermamente che solo le prossime generazioni potranno dirci qualcosa di più preciso a riguardo.

Posso però dire fermamente che West Side Story non è solo un tecnicamente perfetto, ma è anche un film fatto con amore da un signore capace di scrivere poesie con la macchina da presa e che, con questo lavoro, ha coronato il sogno di una vita.

Solo per questo West Side Story merita di essere visto e amato. Al cinema.