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I Maneskin spiegano il significato del testo di Vent’anni (intervista!)

scritto da Alberto Muraro

A due anni di distanza da Il Ballo della Vita, i Maneskin torneranno il prossimo 30 ottobre con un nuovo singolo che anticipa il loro nuovo progetto discografico. Il pezzo in questione si intitola Vent’anni ed è in tutto e per tutto un brano generazionale.

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maneskin

La nostra redazione ha avuto la fortuna di partecipare alla conferenza stampa di presentazione del singolo Vent’anni, che abbiamo anche ascoltato in anteprima. La canzone è stata definita così dal leader dei Maneskin:

Ho scritto quello che io stesso avrei voluto sentirmi dire da qualcuno più adulto ora che ho vent’anni. Parole rivolte ai coetanei, ma che fanno ricordare anche a chi ventenne non lo è più quanto “farà male il dubbio di non essere nessuno”, quanto a quell’età faccia paura, ma allo stesso tempo sia naturale sbagliare, spinti dal desiderio di fare qualcosa di grande perché “sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri.

Ecco inoltre come Damiano ha commentato il primo estratto del testo del pezzo:

Le prime quattro frasi sono personali, ognuno dice la sua, quelle sono lì e sono alla portata di tutti. E il senso del pezzo è questo: anche noi in primis abbiamo le nostre debolezze. Sarebbe stato ipocrita parlare delle nostre paure senza mostrarle per davvero.

Ecco inoltre quello che gli altri componenti della band, Victoria in particolare, hanno aggiunto sul pezzo:

Il pezzo ha un messaggio forte, senza filtri. Dobbiamo liberarci dalle sovrastrutture ed essere autentici, noi stessi, senza veli inutili. Soprattutto in questo periodo storico del Coronavirus, in ogni caso, libertà non vuol dire non rispettare le regole, anzi è molto importante rispettare. Liberà vuol dire essere chi vogliamo essere e ricordarci che siamo tutti uguali e che dobbiamo liberarci degli stereotipi e dei preconcetti.

Proprio in questo senso abbiamo voluto chiedere ai Maneskin cosa ne pensassero di un tema a loro già molto caro come l’inclusività, la lotta agli stereotipi di genere e alla mascolinità tossica. Ecco il commento della band.

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Questo tema ci sta molto a cuore. sono tutte ideologie sbagliate e limitanti, considerate le mille sfaccettature delle persone. Questa cultura che alcune cose debbano essere viste da donna o da uomo è retrogada. Nessuno di noi (parla Damiano) è vestito da uomo ora. Tutto quello che è la cultura misogina e del machismo è qualcosa che a noi fa cascare le braccia. Pensiamo a noi, a u tutto quello che ci siamo sentiti dire perché eravamo truccati o avevamo i capelli lunghi . Noi siamo persone esposte e abbiamo accettato questa parte, sarebbe ipocrita negarlo. Ci rendiamo conto che anche un ragazzo più sensibile di noi, nel 2020 non si può più parlare di machismo e di rosa per le femmine e blu per i maschi.