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Maturità 2017: È giusto dare Giorgio Caproni come analisi del testo per la Prima Prova?

scritto da Claudia Lisa Moeller

Oggi gli studenti della Maturità 2017 italiani sono rimasti sorpresi. Probabilmente lo sguardo ha riletto bene il nome due o tre volte quanto leggeva sulla prima traccia della maturità. Con gli occhi il maturando ha scrutato ogni verso e cercato disperatamente di far accendere la famosa lampadina dell’ispirazione. “Carneade! chi era costui?” si chiedeva Don Abbondio; stamani la domanda suonava: “Giorgio Caproni! chi era costui?”

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Sì, perché Giorgio Caproni non è proprio l’autore più famoso e studiato sui banchi italiani. Ho fatto un breve sondaggio e molto vago tra gente della mia età e la conferma era unanime. Chi è Giorgio Caproni? In italiano difficilmente si studiano autori ben oltre Montale o Ungaretti. Non parliamo di Pier Paolo Pasolini. Figuriamoci, quindi, il già citato Giorgio Caproni.

Stamani, quindi, i giovani italiani si sono imbattuti in un autore (molto probabilmente) ignoto ai più. Sicuramente, se guarderemo nei programmi di maturità, ci sarà l’autore citato eppure nelle classi italiane è davvero difficile andare oltre la prima metà del 1900.

La domanda, quindi, appare chiara: è giusto dare una traccia ai maturandi che non saprebbero affrontare? Risponderò con quanto la mia professoressa d’italiano ci disse tanti anni fa. Era uscita qualche tempo prima, nel 2008 se non erro, una traccia sbagliata. Una poesia di Montale era stata “reinterpretata” dal Ministero e l’uomo della poesia, era per il MIUR una donna.

Patendo da una traccia sbagliata la nostra professoressa ci disse che non aveva importanza l’errore. Va analizzato e studiato il testo, anche quando il testo è oscuro. L’errore del MIUR poteva passare in secondo piano. Si parlava, nella fattispecie, di un sorriso e questo andava commentato. Gli strumenti forniti specialmente negli ultimi anni sono le armi per affrontare qualsiasi testo o autore. Così sosteneva la mia insegnante. È meglio sicuramente conoscere “il nemico” ed aiuta anche nell’affrontare alcune domande della comprensione, ma gli strumenti critici e la capacità di ragionamento non viene meno perché di fronte a qualcosa di ignoto.

Anzi proprio la traccia misteriosa sono un’occasione per sfoggiare la propria sensibilità, capacità critica e di ragionamento e soprattutto applicare quanto appreso in questi anni di studio. Se la maturità ha un senso, è proprio quello di vedere cosa si è imparato in questi anni.

Speriamo che la scelta di Giorgio Caproni per l’analisi del testo 2017 abbia delle conseguenze. Si potrebbe anche un po’ “aggiornare” cosa si studia in classe Si potrebbe anche diminuire la lunghissima (e tediosissima) fase su Carducci e studiare più autori come Cristina Campo, Edoardo Sanguineti o Alberto Moravia.

E tu cosa ne pensi della scelta del Ministero di dare maturità 2017 una poesia di Giorgio Caproni?