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Coronavirus: ecco cos’è successo nelle scuole con casi positivi

scritto da Alberto Muraro

L’emergenza Coronavirus, con il quale sappiamo dovremo convivere ancora per un po’, ha già creato i primi disagi alla scuola. D’altra parte era scontato e ampiamente previsto. Il rientro in classe per milioni di studenti, considerato che il virus ancora circola, ha comportato quello che gli esperti hanno definito “rischio calcolato”. Un rischio calcolato che, ovviamente, porta con sé anche la possibile esposizione al virus.

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Il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva a riguardo spiegato per filo e per segno quello che sarebbe successo nel caso di una positività a scuola. In caso di una positività al Coronavirus, l’istituto avrebbe attivato uno specifico protocollo.

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Ecco le parole dell’Azzolina sulla gestione dell’emergenza Coronavirus a scuola:

Sarà la ASL a decidere, non c’è bisogno di allarmarsi, esiste un protocollo da seguire. la ASL deciderà in base ai contatti che lo studente positivo ha avuto nei giorni precedenti ai sintomi. Non ci sarà obbligo automatico di quarantena per tutti. Vi ricordo di scaricare la app immuni. Consente di sapere se siamo stati in contatto con un possibile contagiato. Si tratta di uno strumento utile per voi e per chi vi sta intorno.

Ebbene, già a partire dallo scorso 14 settembre con la riapertura delle scuole, come c’era da aspettarsi, abbiamo registrate nuovi casi in aula in giro per l’Italia. Ecco cos’è successo nel concreto!

Casi di positività a Covid-19 a scuola: ecco cos’è accaduto

Come riportato da Il Sole 24 Ore

si sono registrati casi di posiitività in scuola primarie e secondarie un po’ in tutta Italia. Fra i casi segnalati troviamo studenti e docenti provenienti da Milano, in Toscana, in Brianza, a Chianciano e a Treviso.

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In tutti questi casi gli studenti che sono venuti a contatto con la persona risultata infetta sono stati messi in quarantena di 14 giorni a casa, per motivi precauzionali. Non in tutti casi, comunque, è stata disposta la chiusura dell’istituto scolastico per intero.

In molti istituti segnaliamo che all’entrata a scuola il personale ATA è impegnato nella misurazione della febbre. Sono inoltre stati istituti al di fuori di molti edifici scolastici degli “hotspot scolastici” con dei test rapidi per impedire l’ingresso ad eventuali positivi al Coronavirus.