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Babylon: perché il film di Damien Chazelle ha diviso tutti

scritto da Federica Marcucci
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Arrivato nelle sale ormai da un paio di settimane, Babylon si è imposto come film più divisivo di inizio anno. Osannato e odiato, il film di Chazelle non solo non ha messo tutti d’accordo ma ha portato il pubblico a polarizzarsi con opinioni che solo raramente vedevano un compromesso. Un sentimento che si riscontra anche al box office: costato 78 milioni di dollari a oggi Babylon ne ha incassati “solo” 41 milioni, diventando a tutti gli effetti un sonoro flop.

Ma perché questo film di cui tutti parlano ha diviso tutti? In questo articolo cercherò di riassumere un po’ i punti critici e i punti di forza di Babylon, caratteristiche che lo rendono sicuramente degno di nota ma allo stesso tempo non il capolavoro che molti dicono.

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È un omaggio al cinema che cita troppo il cinema altrui

Damien Chazelle ama il cinema e su questo non si discute. Lo stesso La La Land era una poetica lettera d’amore ai sogni che vivono sullo schermo e Babylon parte un po’ dalle stesse premesse, pur risultando un film molto più “sporco”. Come hanno detto in molti: Babylon è la versione viscida di Cantando sotto la pioggia.

Per certi versi è vero. In tanti, troppi, punti del film si ha la sensazione che Chazelle voglia stupirci a tutti i costi con trovate neanche troppo originali. Certo, è vero che negli anni Venti il mondo del cinema era davvero sopra le righe ma giocare troppo con le citazioni non aiuta perché si ha la sensazione che il film ci conti un po’ troppo.

Senza spoilerare nulla, nel caso in cui non l’aveste visto, lo stesso finale del film è un enorme tributo al cinema che risulta sì emozionante ma al contempo furbetto.

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I personaggi

I protagonisti del film Manny (Diego Calva), Nellie LaRoy (Margot Robbie) e Jack Conrad (Brad Pitt) non vanno da nessuna parte. Non c’è evoluzione in loro e li lasciamo esattamente dove li avevamo incontrati.

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Chiaro, tutto è funzionale al racconto del declino della Hollywood dei tempi del muto ma il fatto che in molti non si riesca a creare una forte connessione emotiva con i personaggi rappresenta una mancanza in un film che punta quasi tutto sulle emozioni derivanti dal cinema.

Inoltre la domanda sorge spontanea: è vero che Nellie e Jack dovevano rappresentare dei tipi umani, tutti gli interpreti che hanno visto l’interrompersi della propria carriera, ma dati tutti gli anacronismi non sarebbe stato meglio utilizzare dei veri nomi?

Gli anacronismi e gli errori

Quando si crea una storia originale mescolando realtà e finzione il rischio è quello di incappare in errori storici. Babylon non ha la pretesa di raccontare una verità storica ed è bello che crei una linea storica “alternativa” in cui si mescolano fatti reali e inventati.

Questo però, pur magari non alterando l’esperienza di visione, genera confusione soprattutto in un pubblico che non riesce a cogliere i tanti riferimenti di cui il film è zeppo. In alcuni casi i riferimenti temporali sono sbagliati e, in altri, delle citazioni portano fuori strana come ad esempio la sequenza in cui il personaggio di Brad Pitt canta in coro di altri attori Singing In The Rain. La scena è ripresa da un vero film e in essa è presente l’attore a cui il personaggio di Gilbert è ispirato, John Gilbert.

Anche il dettaglio della regista donna è, purtroppo, errato. In quegli anni Hollywood aveva già tagliato le tante donne che lavorano dietro alla macchina da presa.

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Hollywood Babilonia

Non tutti sanno che il controverso libro Hollywood Babilonia è servito a Chazelle come materiale d’ispirazione per il film. Il libro è una cronaca di fatti presunti, non a caso spesso il lavoro dello scrittore Kenneth Anger è stato accusato di infamare i diretti interessati, accaduti proprio a cavallo tra gli anni Venti e Trenta.