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Federica Carta e MyDrama spiegano il significato di Tocca a me | Intervista

scritto da Laura Boni
Federica carta e mydrama tocca a me

Federica Carta e MyDrama hanno unito le forze Tocca a me, un potente inno alla diversità e al coraggio di essere chi sappiamo di essere. La ex cantante di Amici e la concorrente di X Factor 2020 hanno deciso di trasformare la propria amicizia anche in un sodalizio artistico per poter portare al pubblico dei messaggi importanti; uscita il 21 Maggio la canzone urla libertà per un’intera generazione impegnata contro ogni forma di omotransfobia.

Federica, grazie anche a Bella così con Chadia Rodriguez, è ormai abituata a veicolare messaggi sociali attraverso la sua musica, ma con questo brano insieme a MyDrama ha avuto la possibilità di riscoprire in maniera forte e matura la possibilità e l’importanza di usare la propria voce per una missione universale, e lo fa senza paura.

Il significato di Tocca a me:

Ho avuto la possibilità di scambiare due chiacchiere virtuali con Federica Carta e MyDrama che mi hanno raccontato come si sono incontrate e cosa significa questo brano per loro; le due cantanti mi hanno anche parlato del videoclip che accompagna la canzone e del perché hanno scelto di avere come guest Muriel, celebre youtuber, influencer e attivista LGBTQ+ e Emanuele Ferrari, uno dei creators più influenti d’Italia.

Tocca a me è dedicata soprattuto alle persone della comunità LGBTQ+ e Federica Carta e MyDrama mi hanno spiegato perché per loro è così importante parlare di questi temi e di cosa significa essere fieri di ciò che si è, soprattuto nel Pride Month.

Non perderti l’intervista esclusiva di GingerGeneration.it con Federica Carta e MyDrama:

Tocca a me ben si colloca nel nuovo percorso artistico di Federica Carta che non ha più paura a mostrarsi così com’è. Con questo brano rinnova così l’invito al suo pubblico ad accettarsi, volersi bene, perdonarsi, a fare della sofferenza un punto di partenza per essere più forti, a non piegarsi all’idea che gli altri hanno di noi e a non vergognarsi delle proprie fragilità che possono diventare delle vere e proprie armi pacifiche per una rivoluzione che parte da se stessi.