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Droga: adolescenti inconsapevoli?

scritto da admin

I risultati di una nuova ricerca parla di aumento nei consumi di droga tra i più giovani.
I dati raccolti dal Viminale tra il 1991 e il 2006 segnalano infatti la triplicazione dei consumi di cocaina e il cambiamento del “consumatore tipo”.

Meno Eroina, più Cocaina, ma sempre droga rimane
Secondo i dati il consumo di eroina è diminuito drasticamente dal 50% (nel 1991) all’8% (oggi): risultato poco confortante visto il parallelo aumento dell’uso di cocaina, che è addirittura triplicato.
In aumento anche il consumo di Ecstasy e sostanze analoghe, mentre Hashish e Marijuana restano le sostanze più utilizzate dai minorenni (in particolare tra i 14 e i 17 anni).

Drogati e Contenti??
Si parla anche di un nuovo “identikit” del tossicodipendente: non più ragazzi emarginati e con situazioni difficili alle spalle, ma persone apparentemente normali, socialmente integrate, con un buon livello di istruzione, che consumano droga per divertirsi, e spesso la assumono insieme all’alcool.
La cosa che lascia sconcertati, però, è la scoperta che la maggior parte dei tossicodipendenti non si rende neppure conto di quello che ha fatto e perché.

Una generazione annoiata?
Come è possibile NON SAPERE perché ci si droga? Come è possibile che noi, adolescenti del 2008, che ci sorbiamo una lezione all’anno sulle conseguenze dell’uso delle droghe, che siamo molto più “sgamati” e “avanti” dei nostri genitori nel capire come vanno le cose nel mondo, non sappiamo cosa significa drogarsi e quali sono le conseguenze?

Ma certo che lo sappiamo! La droga serve a sballare, a vivere un’esperienza alternativa in mezzo alla noia quotidiana, e fa molto, molto male.
Solo che ci vergogniamo troppo di ammettere che facciamo tutto consapevolmente. E approfittiamo delle frasi degli adulti sulla società che “ha cresciuto nuove generazioni incapaci di decidere e di assumersi responsabilità”.

Viene in mente la classica frase che Bart Simpson recita quando viene beccato a fare una marachella “Non sono stato io!”.
Siamo la generazione dei “non sono stato io”?

Immagine tratta da www.flickr.com