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La Casa di Carta 3 – Il nuovo colpo: Recensione della prima puntata

scritto da Laura Boni
la casa di carta

La banda de Il Professore è ufficialmente tornata e questa volta davvero con una marcia in più. E’ passato tanto tempo da quando il cast si è riunito per la prima volta in Spagna per girare la prima e la seconda di La Casa di Carta e molte cose sono cambiate. In primo luogo la serie, che oggi debutta su Netflix con l’attesissima terza parte, è diventata un vero e proprio caso mondiale grazie all’arrivo sulla piattaforma di streaming.

Una nuova casa di carta:

La Casa di Carta 3 si apre con un flashback a poche ore dopo la rapina con i superstiti della banda su una nave al largo delle coste portoghesi, a poche centinaia di miglia dalle acque internazionali e, di conseguenza, la libertà. Il Professore (Alvaro Morte), però, ha una serie di linee guida da lasciare ai suoi compagni di rapina. Se vogliono godersi i soldi e vivere in Paradiso, ci sono delle regole molto ferree da seguire.

Nella scena successiva sono passati due anni ed un lungo ed interessante pianosequenza ci racconta che l’insopportabile Arturo Roman (Enrique Arce) ha sfruttato al massimo la sua parte da ostaggio ed ha scritto un libro di grande successo sulla sua disavventura nella Zecca di stato. Se a poche ore dalla fine della rapina tutto il mondo era dalla parte dei banditi con la maschera di Salvador Dalì, adesso Arturito ha raccontato la “sua verità”.

Ma che ne è stato di Tokyo (Ursula Corbero), Rio (Miguel Herran), Denver (Jamie Lorente) Helsinki (Darko Peric) e Nairobi (Alba Flores)? Sono in giro per il mondo a godersi i soldi. Divisi a coppie, incluso il Professore che è in Tailandia con Raquel e la sua famiglia. Tutti sono sulle loro tracce, ma nessuno ha idea di dove siano.

La banda di nuovo insieme:

Tutto procede bene finché Tokio non si stufa di starsene sdraiata al sole dei Caraibi con il suo amato Rio; la testa calda della banda decide di lasciare il suo paradiso personale per fare festa a Panama. L’amore, però, come ci ha detto Miguel Herran durante la conferenza stampa a Milano, fa fare delle grandissime cavolate: i due comunicano attraverso dei telefoni satellitari e vengono beccati. Certo che dei telefoni comprati da Helsinki al mercato nero Casablanca da un libico non sembravano molto promettenti.

 

Con Rio imprigionato e torturato chissà dove, Il Professore convoca la riluttante band per colpire il loro nuovo nemico: lo stato. Come? Rubando l’oro della Banca di stato spagnola. La preoccupazione più grande per la terza stagione di La Casa di carta era sicuramente la credibilità e la motivazione del nuovo colpo; i ladri non sono più spinti dai soldi o dal cambiare la propria sorte, ma hanno deciso di indossare veramente i panni della Resistenza ed opporsi al potere.

Uno dei motivi, però, che spingerà il pubblico a voler conoscere ancora meglio il piano si nasconde nei flashback di questa terza parte è l’ideatore del piano per scassinare la Banca di Stato: Berlino. L’escamotage per far tornare l’amatissimo Pedro Alonso funziona e ci porta anche a conoscere i nuovo ed intriganti personaggi, tra cui Palermo e Marsiglia.

La Resistenza:

La produzione di Netflix ha sicuramente regalato a La Casa di Carta 3 una nuova energia e maestosità; basta pensare all’ultima scena della prima puntata nella quale la banda annuncia il proprio piano scaricando 140 milioni di euro su Madrid da giganteschi dirigibili. Riusciranno a rendere la popolazione complice della loro Resistenza?

Il principale punto di forza della serie, che sicuramente non vanta la trama particolarmente innovativa, è sempre stata la caratterizzazione dei personaggi. In questa terza parte si parte con una banda già rodata e con un bagaglio importante alle spalle e sicuramente molto più da perdere. E’ proprio l’attaccamento emotivo che hai per questi personaggi che ti riporta subito nelle storia e giustifica il ritorno in azione.