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Elvis: Austin Butler e Baz Luhrmann hanno dato umanità a un’icona

scritto da Federica Marcucci
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Uscito nelle sale il 22 giugno Elvis è già un film da record, capace di sorpassare al box office americano anche Top Gun: Maverick. Un esordio fantastico per il film di Baz Luhrmann che segna anche un ritorno in grande lustro per la Warner dopo la tiepida accoglienza di Animali Fantastici: I Segreti di Silente.

Elvis, a proposito del film

Diretto dal visionario Baz Luhrmann, che ancora una volta torna a girare interamente in Australia, il film è interpretato da un meraviglioso Austin Butler che per l’occasione è diventato Elvis. A fianco a lui un inedito Tom Hanks nei panni del Colonnello Tom Parker e Olivia DeJonge in quelli di Priscilla Presley.

Elvis, l’uomo dietro al mito 

Il cinema di Baz Luhrmann ha sempre avuto il potere di polarizzare pubblico e critica. I suoi si amano o si odiano, spesso senza mezzi termini. Prima da spettatrice, poi da professionista non mi sono mai trovata ad apprezzare troppo lo stile kitsch del regista australiano pur riconoscendone l’accuratezza sul piano tecnico e visivo.

Elvis è stata l’eccezione che non ha confermato la regola e, sapete, sono proprio felice che sia stato così. L’intero film è una dichiarazione d’amore al musicista di Memphis, un racconto in cui lo stile eccessivo del regista si piega per raccontare Elvis Aron Presley e non viceversa.

Un modo di fare cinema estremamente pop, soprattutto nella prima metà del film, che sul finale si sgonfia abbracciando uno stile più classico e misurato. Quasi a voler andare di pari passo con la parabola della vita dell’uomo che racconta.

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Già perché Elvis è prima di tutto la storia di un uomo divenuto icona. Una storia raccontata attraverso gli occhi di un altro uomo, il Colonnello Parker, che facendo di Presley la sua attrazione lo ha reso spettacolo d’America, e poi del resto del mondo, decretandone tanto il successo quanto la rovina.

Il risultato è il racconto di un uomo che per la prima volta ci viene riconsegnato in quanto tale. Con i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue debolezze e le sue idee. Un uomo cresciuto In the Ghetto che è riuscito a creare una strana ma meravigliosa commistione tra la tradizione country e quella rhythm and blues di Memphis della prima metà del Novecento.

Un uomo destinato alla fama, o forse no, la cui storia si intreccia con quella di un’America che progressivamente perde quell’innocenza che probabilmente non ha mai avuto. La stessa America che lo acclama e lo addita come scandaloso, che lo stritola e lo innalza a supereroe.

Perché Elvis è un supereroe e il fatto che lui fosse un fan dei fumetti non è un dettaglio inventato. Ma per raggiungere quella Roccia dell’Eternità il suo mito doveva essere liberato. Liberato dai luoghi comuni, liberato dai pregiudizi e da quella stessa Las Vegas che ancora oggi lo ricorda con milioni di simulacri e feticci con occhiali grandi, completi luccicanti e un corpo sformato. A memoria di quello che, per assurdo, è insieme il momento più basso e alto della sua carriera.

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Se vogliamo il film di Baz Luhrmann fa proprio questo. Libera Elvis e ce lo riconsegna non solo come icona, ma in primis come essere umano. Il tutto portando avanti una riflessione sui meccanismi dello show business che possono essere validissimi anche per i nostri giorni.

La scelta di non mostrarci la scomparsa di Elvis non è casuale. L’ultima sequenza in cui Austin Butler gli presta corpo, voce e, sì, anche l’anima è un confronto con Priscilla (Olivia DeJonge) ed è già di per sé una fine prima che il cantante se ne voli via in aereo. Come a dirci: “Elvis se ne sta andando da questo mondo, ma per certi versi è ancora qui”.

Eccome se è ancora qui. La sua eredità è sterminata e sicuramente una nuova generazione avrà occasione di riscoprirla, anche grazie a questo film.

La colonna sonora del film

In un film come questo non poteva mancare una colonna sonora di tutto rispetto che ripercorre la vita e la carriera di Elvis dalla sua prima hit That’s All Right Mama fino a grandi successi come Can’t Help Falling In Love.

I pezzi sono cantati sia da Austin Butler che da artisti della scena contemporanea come Eminem, i Månakesin, Doja Cat e Stevie Nicks, ma anche Jack White, Kacey Musgraves e Shonka Dukureh, in pieno stile Baz Luhrmann e sempre nel rispetto dello spirito di Elvis.

La voce di quest’ultimo non poteva ovviamente mancare e accompagna lo spettatore durante tutta la seconda parte del film.

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