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Biancaneve e le polemiche: hanno ancora senso i remake in live action?

scritto da Federica Marcucci

Biancaneve e i sette nani è un titolo importante in casa Disney. Capostipite della lunga serie di Classici (con Encanto siamo arrivati al numero 60) e primo lungometraggio animato della storia del cinema, Biancaneve ci ha consegnato indubbiamente un’eredità importante.

Se non altro in termini di immaginario e cinema d’animazione. E scusate se è poco.

Con l’annuncio dell’ennesimo remake in live action – pare che ormai nessun classico potrà sfuggire, anche Biancaneve e i sette nani è stato però inondato da polemiche. Polemiche che hanno portato a chiederci se abbia ancora senso adattare i Classici Disney in live action.

Facciamo un passo indietro e riprendiamo le fila del discorso…

La prima parte della polemica, di cui vi avevamo parlato, risale allo scorso anno quando un’attrazione ispirata alla celebre scena del “bacio del vero amore” aveva suscitato un dibattito sul consenso. Come tutti sanno la protagonista sta a tutti gli effetti dormendo quando il principe le dà il bacio che poi la sveglierà. Il tam tam mediatico si era poi placato, come spesso succede, anche dopo all’intervento di uno degli Imagineering.

Qualche giorno fa Biancaneve è però tornato sotto ai riflettori.

Tutto è iniziato con una forte presa di posizione di Peter Dinklage (celebre per il suo ruolo di Tyrion in Game of Thrones e che presto vedremo in Cyrano) che ha tacciato la Disney di ipocrisia.

L’attore che è affetto da una forma di nanismo è stato molto duro, queste le sue parole:

“Sono rimasto abbastanza colpito su quanto siano stati molto orgogliosi di aver scelto un’attrice latina per il ruolo di Biancaneve.”

Per poi proseguire dicendo: “Sei progressista in un certo senso e stai ancora realizzando quella c**** di storia arretrata con sette nani che vivono insieme in una grotta? Non ho fatto nulla per portare avanti la causa? Immagino di non aver fatto abbastanza.”

La Disney ha successivamente risposto all’attore spiegando come siano già stati presi provvedimenti per cercare di rappresentare i nani in un modo diverso e inclusivo. A tale scopo la major avrebbe già assunto dei consulenti. Non è chiaro come verranno rappresentati i nani, ma molti parlano di creature magiche. Insomma qualcosa di molto diverso rispetto alle figure originali.

Ovviamente non è finita qui perché se molti attori nani, come Katrina Kemp e Jeff Brooks, hanno pubblicamente appoggiato l’opinione di Dinklage molti altri ne hanno preso le distanze. Tra questi vi è Dylan Postl, wrestler professionista e attore, che pur ammirando il lavoro del collega è più che convinto del fatto che le sue opinioni siano troppo estreme.

“Non ho problemi con Biancaneve. Ho un problema col fatto che Dinklage si voglia mettere su un piedistallo per guardare tutti dall’alto in basso, disprezzando il lavoro che i tanti nani nell’industria dell’intrattenimento vorrebbero fare. Chi ha nominato Peter Dinklage il re dei nani? Questa cosa mi fa imbestialire.”

Come se non bastasse anche la protagonista, Rachel Zegler (che abbiamo conosciuto in West Side Story), ha recentemente ricordato l’ondata di odio che la travolse quando fu annunciato che sarebbe stata lei a interpretare Biancaneve.

biancaneve

Ha ancora senso fare operazioni di questo tipo?

A luce di queste polemiche scatta automatica la domanda. Eppure le fiabe sono dei topos letterari, da sempre rielaborati al cinema: che cosa sta succedendo?

Il nodo della questione è proprio questo. I Classici Disney non sono delle fiabe in quanto già rielaborazione di esse; se, per esempio, andate a leggere La Sirenetta o La regina delle nevi di Andersen troverete solo dei punti di contatto con la storie di Ariel e di Elsa e Anna. Ed è giusto così perché si tratta di adattamenti.

Tuttavia, come abbiamo già detto inizialmente, la Disney è riuscita a dare vita a un immaginario talmente forte che risulta ormai difficilissimo scindere l’originale da quella versione, sopratutto per noi occidentali. Inoltre negli ultimi anni queste operazioni di live action stanno rendendo tutto molto complicato.

Sembra infatti che con queste massicce operazioni di live action, di cui Biancaneve è uno degli esempi, la Disney voglia sì raggiungere un nuovo pubblico, ma sopratutto sovrascrivere se stessa. Come se la nuova versione potesse prendere il posto della vecchia, magari più problematica o semplicemente figlia della sua epoca.

Consapevolezza e sguardo al futuro

Chi scrive non smetterà mai dire che i remake esistono da sempre, sono legati al cinema. E da una parte va bene così. Ma in questi tempi di grande cambiamento in cui, forse per la prima volta, si parla davvero di inclusività e rispetto sarebbe giusto guardare al futuro provando a trovare un equilibro tra passato e presente. 

Non si può sovrascrivere e, sopratutto, non si può censurare il passato. Ma si può comprendere, studiare. Ma sopratutto si può provare a raccontare una nuova storia che possa costruire un immaginario nuovo.

Biancaneve resta un prodotto del 1937, con tutti i pro e contro, portarlo qui ha davvero così senso? Il dibattito è aperto.

E ora?

Come sappiamo la nuova versione di Biancaneve e i sette nani è in produzione. Il film sarà diretto da Marc Webb (The Amazing Spider-Man, 500 giorni insieme e Gifted – Il dono del talento) e interpretato da Rachel Zegler, Gal Gadot e Andrew Burnap. Non sappiamo ancora quando uscirà e dove, ma siamo certi che ne sentiremo parlare ancora.