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Come le tartarughe: l’intervista a Monica Dugo e Romana Maggiora Vergano

scritto da Chiara Giovannini

Al Giffoni Film Festival abbiamo avuto la possibilità di intervistare Monica Dugo e Romana Maggiora Vergano le protagoniste di Come le tartarughe, film che potete trovare al cinema dal 24 agosto e che lo scorso anno è stato presentato in anteprima al festival del cinema di Venezia. 

Come le tartarughe raconta ska storia di Daniele, Lisa, Sveva e Paolo, una famiglia borghese apparentemente perfetta. Un giorno il marito svuota l’armadio e va via. L’ armadio vuoto, diventa per Lisa, il luogo ideale dove rifugiarsi ed elaborare la separazione. Sveva la figlia quindicenne, fa di tutto per tirarla fuori, non accettando il comportamento bizzarro della madre e l’assenza inspiegabile per lei, del padre. Daniele non tornerà a casa, ma Lisa riuscirà, grazie all’amore dei suoi figli e a una forza ritrovata, a compiere il primo passo per il superamento del dolore.

Ecco cosa ci hanno racontato Monica e Romana in merito a Come le tartarughe

Il film parla di divorzio ma anche di come le famiglia reagiscono a questa situazione. Quanto è importante per voi parlare di queste tematiche e sdoganarle al giorno d’oggi in cui le famiglie sono sempre più divise?

Romana Maggiora Vergano:Io mi ricordo che quando ero ragazzina ancora era un caso particolare avere in classe figli di genitori divorziati mentre adesso le persone si stupiscono ed i bambini si stupiscono quando sentono che è un compagno di classe ha ancora i genitori insieme. Questo fa sorridere ovviamente ma fa anche riflettere e credo che sia necessario stare al passo con i tempi quindi accettare questa questa evoluzione perché per fortuna oggi viviamo in un mondo in cui se due persone non stanno bene insieme sono libere di separarsi, soprattutto per i figli. Credo che questo sia molto importante perché la serenità familiare determina il carattere dei bambini e come loro si relazionano con il mondo con le persone. Credo soprattutto che una gestione della separazione più delicata e il più trasparente possibile sia una necessità assoluta per i bambini e i ragazzi che vivono questo momento perché noi, ed in mezzo mi ci metto anche io per questioni personali, capiamo e sentiamo molto di più rispetto a quello che i genitori sentono. Per cui mai dare nulla per scontato, così come i bambini non devono dare per scontato i genitori perché le fragilità di un genitore sono giuste e non è che si è genitore il genitore deve dimostrarsi sempre forte e pronto a sistemare tutto. Non è necessario mostrarsi supereroi.

Monica Dugo: Questa situazione mi colpisce sul personale e posso dirvi che nessuno ti può mai dire come comportarti, ogni relazione è a sestante. A me piaceva raccontare una donna che non sa davvero come reagire al dolore, lei è una donna sempre controllata e in questa situazione decide di seguire il suo istinto, forse coinvolgendo troppo la figlia grande dandole responsabilità che non avrebbe dovuto darla ma chissà alla fine fosse stato il suo è stato il comportamento giusto.

Pensate che le reazioni che hanno i ragazzi nel film possano aiutare i bambini che stanno vivendo questa situazione?

Romana Maggiora Vergano:Si lo credo, appena usciti dalla proiezione al Giffoni abbiamo incontrato una mamma con il compagno che ci ha ringraziato per il film e ci ha ringraziato. Lei era presente alla proiezione con  il compagno ed l’ex marito ed è stata un’immagine bellissima perché penso voglia dire tanto per lei ed i suoi figli. I due ex coniugi hanno deciso di continuare a vivere insieme, trasformando ovviamente il loro rapporto come giusto che sia, per i figli e penso che la nostra storia parli molto a loro. A me sarebbe davvero piaciuto fare questa esperienza con i miei genitori.

Monica Dugo: “Sì, io spero proprio di sì! Era quello il mio obiettivo. Questa si tratta di una storia che ho scritto subito dopo il Covid in un periodo in cui le famiglie veramente si trovano molto più sole e costrette a stare assieme in un mondo in cui è sempre più forte il senso dell’amicizia tra genitori e figli. C’è un senso di vicinanza molto più forte rispetto a quello che c’era cinquant’anni fa in cui ai ragazzi non si parlava di tutto mentre adesso la situazione è diversa. Perciò mi sono chiesta perché non coinvolgere anche i ragazzi all’interno del divorzio di questa famiglia e mostrare le loro reazioni alla situazione?”

Come è stata l’esperienza veneziana del 2022?

Romana Maggiora Vergano: “È stato molto divertente, molto bello, perché realtà io in realtà sono una passionata della Mostra del Cinema di Venezia e ci sono andata da molti anni da spettatrice e quindi per me era la prima volta in realtà da attrice ed è stato molto bello e molto coinvolgente. Era presenti anche tanti ragazzi mentre invece gli scorsi anni ho visto gente più matura. Posso dirvi che è sempre bello tornare a condividere le sale con ragazzi della mia età ed anche più giovani che vedono film diversi con generi diversi e stili differenti ed hanno diversi linguaggi.”

Monica Dugo: “La proiezione veneziana è stata veramente meravigliosa. Ci sono stati 10 minuti di applausi. Il mio era un film piccolissimo presentato nella sezione Biennale College e il giorno della mia proiezione nella sala a fianco c’era il film di Guadagnino con Timothee Chalamet quindi min sono goduta anche i suoi applausi. È stata davvero una splendida esperienza e la sala era piena.”

Abbiamo una curiosità in merito al titolo, come è nato? Subito o è emerso durante il percorso?

Monica Dugo: “No, il titolo l’ho scelto molto tardi. Fino alla fine stavo cercando il titolo giusto da inserire e poi l’ispirazione mi è venuta da una battuta del figlio della protagonista. Volevo un titolo che fosse simbolico e piccolo e poi invece Come le tartarughe mi è sembrato una cosa giusta perché riassume sia il guscio, la protezione, la lentezza di non avere bisogno di quasi di niente ed aver bisogno di tutto.”