Fare animazione in oratorio è un modo per far capire ai bambini e ai ragazzi che si può essere felici anche dentro la Chiesa e che non è vero che la vera gioia è fuori (droga,

Credo che sia l’opposto: andare in oratorio implica un giudizio da parte degli altri e solo chi ha davvero del coraggio “osa” andare in oratorio sfidando la paura di venire isolato, deriso… Credo fermamente che andare in oratorio sia un atto coraggioso perché si scontra contro la mentalità comune dei giovani che si sentono grandi solo stando a fare tutto quello che vogliono senza rendersi conto della vera importanza che hanno luoghi "alternativi".
Come hai cominciato tu a frequentare l’oratorio?
Bella domanda! Una volta mi annoiavo a casa, così ho deciso di andare a giocare a pallone con gli amici e ho trovato l’oratorio: mi pareva un sogno perché c’erano tanti ragazzi che giocavano e nessuno che mi giudicava… Avevo una maglia tutta sudata perché avevo giocato a lungo a calcio ed ero stanca ma non mi sentivo diversa da loro. Hai presente la bellezza di venire accettati per quello che si è? Quando sentivo le mia amiche che continuavano a girare in centro città a caccia di ragazzi che le guardavano male perché avevano il rossetto messo male o la minigonna stropicciata? Be’, era umiliante per loro venire giudicate così, era uno stress senza pari dover apparire per quello che non erano e per cosa poi? Io non ho avuto dubbi nella mia scelta e sono andata all’oratorio; poi, piano piano, ho capito come funzionava e ho cominciato a dare una mano come aiuto animatore, poi come animatore, poi, piano piano e crescendo con gli amici, ho capito che tutti possono essere realizzati pienamente in un luogo come l’oratorio. Ora mi chiamano per le feste parrocchiali, ho dei ragazzi che seguo a gruppo e che mi danno una mano. E non sono ancora stanca, non lo sono perché ogni giorno è una avventura nuova da scoprire e da vivere appieno.
Le tue più grandi soddisfazioni e più grandi sconfitte da animatrice?
Sicuramente la più grande soddisfazione è quella di vedere un ragazzo o una ragazza che si avvicina un po’ di più a Gesù e che riesce un pochino a ricambiare il Suo grande Amore. A volte basta un sorriso per capire che un piccolo seme che hai gettato porterà frutto perché Dio, dopo averti mandato a seminarlo, lo farà crescere bene. A volte ci sono anche le sconfitte, ma sono poche se uno sa vedere lontano, perché diventano tutte delle opportunità per crescere e per migliorarsi. Forse ciò che mi fa più male è vedere talvolta che manca l’amicizia tra gli animatori e che essi si dividono e lottano tra di loro. Sappiamo tutti che quando tra amici si litiga e si smette di parlare con sincerità, poi le cose cadono, succede in tutti i gruppi di amici. Allora dobbiamo sforzarci di tornare a dialogare!
Servono particolari capacità per essere animatore? Qual è la più grossa qualità che egli deve avere secondo te?
Serve una sola cosa secondo me per essere un bravo animatore: l’Amore. Lo so, è una risposta che può lasciare perplessi, ma, se non volessi tanto bene agli altri, non sarei a parlare di servizio… Amare significa voler bene agli altri, far capire che gli altri sono importanti e che vuoi crescere con loro. Come si fa nel concreto è facile a dirsi e un po’ meno a farsi: serve del tempo, della volontà e tanta umiltà. Se non ci facciamo piccoli e non ci rendiamo disponibili a lasciarci cambiare (in meglio) dagli altri, è fatica sprecata. Nessuno è negato per fare questo servizio, anzi! Ci aiuta tantissimo a crescere, metterci alla prova, capire quanto siamo maturi. Poi è chiaro che se uno ha un carattere più timido e riflessivo magari ha più difficoltà a lanciare un gioco ma piano piano si impara. E il divertimento è assicurato per tutti!
Come si può cominciare a fare animazione?
Entrando in un oratorio e mettendosi all’ascolto di quello che succede: facile, no? Basta avere voglia di mettersi in gioco e il resto viene da solo!
