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Il Cigno nero – Black Swan: Intervista esclusiva a Francesco Mariottini, ballerino di Amici 7

scritto da Laura Boni

“Se mi chiederssero quando smetterò di danzare risponderei: Quando smetterò di vivere” (R. Nureyev)

Il lago dei Cigni. Uno dei balletti più importanti ed iconografici della danza classica è il vero protagonista de Il Cigno Nero – Black Swan, nuovo film con Natalie Portman incentrato proprio sul mondo del balletto. La pellicola nominata a 5 premi Oscar, tra cui miglior film e miglior attrice protagonista, uscirà in Italia il 18 febbraio. Per interpretare questo film, l’attrice americana si è dovuta calare completamente nei panni di Nina, una dolce e fragile ballerina classica a cui è stato affidato l’arduo compito di interpretare il doppio ruolo del cigno bianco e del cigno nero. Per entrare meglio nel mondo della danza classica, abbiamo intervistato Francesco Mariottini, ballerino di Amici nella settima edizione del popolare programma tv, andata in onda nel 2008.

Nel film, la protagonista sogna da sempre di ballare Il lago dei cigni. Tu hai un “balletto nel cassetto”, un pezzo o una parte che sogni di interpretare?
Una notte d’estate, non riuscivo a prendere sonno e mi sono messo ad ascoltare musica, ascolto sempre musica quando ne ho il tempo, e sempre, inevitabilmente, la musica finisce per trasformarsi in coreografie nella mia testa. Quella notte ascoltavo le colonne sonore di film famosi. Ed una mi ha profondamente colpito  per la sua struggente bellezza: la colonna sonora di “Schindler’s List, film che narra il tema della “Shoah”. Quella sarà la musica di un passo a due che sicuramente coreograferò e ballerò, prima o poi, con una brava partner.

Nel film, la protagonista deve interpretare in Il lago dei cigni sia il grazioso ed innocente cigno bianco che il seducente e pericoloso cigno nero. Di te conosciamo il cigno bianco che vediamo in TV ma esiste anche una parte più “nera” del tuo carattere?
Il mio carattere è abbastanza solare e sono sempre disposto ad ascoltare gli altri e a dare una mano, certo poi come tutti ho anch’io i miei momenti “neri”, che arrivano di solito quando mi accorgo che gli altri spesso non si accontentano di quello che gli dai, ma vogliono sempre di più e ad un certo punto qualcuno crede addirittura che tu possa essere disposto a “fare il tappetino”, scambiando la disponibilità e la cortesia per stupida ingenuità . In quei casi mi arrabbio davvero, però non divento pericoloso come il “cigno nero”, no, io sparisco letteralmente per giorni, non mi faccio trovare da nessuno, neanche al telefono, ho bisogno di …ricaricare le pile da solo, prima di ritornare a “credere nel prossimo” e ad essere “il solito cigno bianco”.

Hai fatto danza classica per anni prima di specializzarti nella danza moderna. Quali sono gli aspetti che preferisci sia dell’uno che dell’altro?
La danza classica è senza dubbio la base di tutto, è quella che ti dà la percezione prima e  l’autocontrollo poi, di ogni più piccola parte del corpo, ti insegna come gestire ogni singolo muscolo, come dosare la forza, come riuscire a sostenerla per il tempo necessario, senza che trapeli alcuno sforzo. La danza classica è quello che per una casa sono le fondamenta. L’aspetto che amo di più del classico è il rigore e la professionalità che ti inculca fin da adolescente, ed inoltre la possibilità che ti offre di acquisire quella tecnica necessaria ad eseguire bene ogni tipo di performance. Ma la tecnica da sola nella danza, secondo me, non basta, anzi credo che il puro e semplice virtuosismo sia più vicino alla ginnastica o al circo. La danza è di più; quando ho sperimentato lo stile neoclassico e poi il contemporaneo ho scoperto che mi piacevano molto e il motivo è che entrambi riescono, molto più della danza classica, a narrare sensazioni ed emozioni  che sono da sempre dentro all’essere umano.  Ecco, per me la “Danza”  è unione di capacità tecniche indiscutibili e di espressività  energia, intensità emotiva.

Il tuo corpo è il tuo strumento di lavoro principale, pensi sia necessario essere esibizionisti per essere ballerini?
Occorre separare la persona  dal personaggio che balla sul palcoscenico. Nella vita reale non è necessario essere esibizionisti, anzi credo che la modestia e l’umiltà, unite alla tenacia,  aiutino a crescere ed andare avanti nella carriera. Al contrario, quando sei in scena devi  sentirti “affetto da esibizionismo”, bravissimo e bellissimo, solo così trasmetti emozioni al pubblico e inoltre devi “ballare grande” perché la gente deve percepire che sei tu a dominare il palcoscenico e non il contrario.

C’è qualcuno nel mondo dello spettacolo (anche un non ballerino) la cui carriera ammiri in particolare o a cui ti ispiri?
C’è un coreografo che ammiro in modo particolare e del quale mi piacerebbe un giorno interpretare, se sarà possibile, qualche lavoro,  ed è Jiri Kilian (Netherland Dance Theatre). Lui ha saputo coniugare in maniera eccellente la fisicità dei ballerini classici con la leggerezza e la musicalità della danza moderna. Ha “sfidato” molto spesso le leggi della natura passando anche mesi a creare una coreografia. Ha dato vita ad una sperimentazione che ha prodotto opere di eccezionale bellezza e originalità.

Ti abbiamo già visto l’anno scorso al cinema, hai anche frequentato un corso di recitazione. E’ un’esperienza che ti è piaciuta e che ti piacerebbe ripetere?
Certo, mi è piaciuto vivere l’esperienza di un set cinematografico e mi piace recitare, anche se credo di dover ancora studiare, quindi non lo escludo nel mio futuro, però il mio primo amore resta la danza.