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Phoenix Rising: come vedere il documentario di Evan Rachel Wood su Marilyn Manson

scritto da Laura Boni
Phoenix Rising Evan Rachel Wood Marilyn Manson

Dopo il clamore destato dal caso Johnny Depp/Amber Heard è in arrivo il documentario Phoenix Rising, ovvero il racconto di Evan Rachel Wood dell’incubo della sua relazione con Marilyn Manson.

Il 1 febbraio 2021 l’attrice e attivista Evan Rachel Wood ha rivelato con un post su Instagram di aver subito violenze dall’ex fidanzato Brian Warner, in arte Marilyn Manson.

La miniserie in due parti Phoenix Rising, prodotta e diretta da Amy Berg in onda su Sky Documentaries il 16 e il 24 giugno alle 21.15, (canali 122 e 402 di Sky ), segue Wood nel racconto del lungo e difficile percorso che l’ha portata a denunciare le violenze subite nel corso della loro relazione, iniziata nel 2006, quando lei aveva diciotto anni e lui trentasette.



Ecco il messaggio di denuncia di Evan Rachel Wood:

Il nome dell’uomo che ha abusato di me è Brian Warner, anche conosciuto come Marilyn Manson. Ha iniziato ad adescarmi quando ero un’adolescente ed ha abusato di me in modo orrendo per anni. Mi ha fatto il lavaggio dei cervello e manipolata ad obbedire. Sono stanca di vivere con la paura di ripercussioni, calunnie o ricatti. 

Sono qui per accusare quest’uomo e tutte le persone del settore che gli hanno permesso di agire così, prima che rovini molte altre vite. Mi schiero con le vittime che hanno scelto di non stare più in silenzio.

 

 

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La docuserie Phoenix Rising:

Il documentario, prodotto da HBO, ricostruisce nella prima parte la carriera di Wood, iniziata da bambina e continuata con successo con ruoli da ragazzina precoce e problematica (Thirteen, Down in the Valley, Running With Scissors), e spiega come alcuni particolari del suo passato possono aver contribuito a portarla alla relazione con Manson. Nella seconda parte raccoglie prove e testimonianze a supporto del racconto di Wood, ma punta anche il dito contro i media che si sono accaniti contro la donna e ignorato il suo dolore, dando sostegno a Manson solo perché già famoso e affermato.

Una riflessione, dunque, non solo sulla violenza domestica e sulle sue dinamiche, ma sulla scarsa tutela delle vittime e su come l’opinione pubblica sia fortemente influenzabile quando il presunto colpevole e la vittima sono personaggi pubblici.

Quasi un decennio dopo essere sfuggita a una relazione pericolosa, l’attrice si è battuta con successo per l’approvazione della Phoenix Act, la legge che estende la prescrizione per i casi di violenza domestica in California, utilizzando coraggiosamente la propria esperienza e la propria visibilità per questa importante causa.

Nel 2003 Evan Rachel Wood ha recitato in Thirteen.. Aveva 14 anni. Qualche anno dopo, quand’era maggiorenne, è andata a una festa allo Chateau Marmont di Los Angeles. È lì che Manson l’ha avvicinata per la prima volta. “Ha iniziato a parlare del film, diceva che era un fan e che apprezzava il mio lavoro“, spiega Wood nel documentario. “Ha detto che stava lavorando a un progetto, Phantasmagoria, un film su Lewis Carroll e il suo subconscio“, scrive Rolling Stone USA.

Secondo il documentario, Warner avrebbe usato il progetto mai realizzato di Phantasmagoria come scusa per passare del tempo con Evan Rachel Wood (altre donne l’hanno accusato di averle attirate con la stessa tecnica). L’attrice sostiene che Warner le avrebbe chiesto di co-firmare la sceneggiatura. Una notte, a casa sua, ha cercato di trasformare la collaborazione in una relazione. «Ero una ragazzina in una stanza con un 37enne che beveva assenzio», racconta nel documentario. «Dovevo andarmene, ma lui mi ha messo il braccio sulle spalle e ha detto che gli sarei mancata.

Non sono riuscita neanche a dire: “Mi mancherai anche tu” che mi aveva già baciato. Mi ha infilato la lingua in bocca. Onestamente, ero sotto shock. Avevo un fidanzato, lo sapeva pure lui. Lui era sposato. Io avevo 18 anni. Non sapevo come reagire. Ero spaventata ed eccitata allo stesso tempo”, riporta l’edizione americana di Rolling Stone.

Le accuse:

Evan Rachel Wood accusa l’ex marito vanno dallo stupro alla minaccia, dalla manipolazione all’imposizione di feticci di tipo nazista, oltre all’obbligo di sottoporsi a rituali di carni incise che fanno parte della cosiddetta scarificazione. Wood racconta che il cantante l’ha convinta a incidersi una M sulla pelle (la cicatrice si vede nella seconda parte del documentario). “La scarificazione, marchiarsi erano parte della storia“, dice lei nella prima parte.

Lui si è inciso una E, era un modo per dimostrare fedeltà e possesso. Io l’ho incisa vicino alla vagina per dimostrargli che gli appartenevo. Era gennaio 2007. Ora vorrei toglierla”. L’attrice accenna anche al “vampirismo”. Succede nella scena in cui l’amica Ilma Gore parla di un patto di sangue con Warner. “Sì, bere sangue era decisamente nelle sue corde“, dice Evan Rachel Wood, riporta Rolling Stone USA.

Come guardarlo in Italia:

Phoenix Rising è in prima visione su Sky Documentaries il 16 e 24 giugno alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su NOW.