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La fiera delle illusioni: la recensione del film di Guillermo del Toro

scritto da Federica Marcucci
la fiera delle illusioni

Dopo il romantico La forma dell’acqua, Guillermo del Toro torna al cinema con La fiera delle illusioni: una fiaba dark sul confine tra bene e male, in cui il regista ritorna alle atmosfere cupe che lo contraddistinguono omaggiando allo stesso tempo il cinema del passato.

La fiera delle illusioni è al cinema. Il film è interpretato da Bradley Cooper, Rooney Mara, Cate Blanchett, Willem Dafoe, Toni Colette

La fiera delle illusioni, tratto dal romanzo dello sfortunato e misconosciuto scrittore William Lindsay Gresham, era già stato portato sullo schermo nel 1947. Un adattamento che Guillermo, da buon cinefilo quale è, ha voluto omaggiare facendo fare un cameo alla nostra Romina Power, figlia di Tyron Power che in quel film vestiva i panni di Stan Carlisle, ruolo che nella nuova versione è interpretato da Bradley Cooper.

nightmare alley

La trama del film 

Siamo negli Stati Uniti degli anni Trenta della Grande Depressione. Stanton Carlisle è un imbonitore da fiera in cerca di fortuna che non si fermerà davanti a niente pur di ottenere “il mondo e ciò che contiene”: fama e gloria. Spingendosi oltre qualsiasi limite, il protagonista arriverà a perdere la sua umanità sia in senso metaforico che concreto, in una narrazione ciclica che non lascia spazio a una redenzione finale.

Esseri umani e Bestie

Le vicende del film richiamano la celebre figura di Faust, disposto persino a venire a patti col il Demonio pur di ottenere ciò che desidera. Il tutto sullo sfondo di un contesto storico e culturale ben caratterizzato che del Toro fa suo e rielabora, prendendo spunto sia dalla realtà sia da opere preesistenti.

Basti pensare infatti che il film è stato illuminato come se si trattasse di una pellicola degli anni Trenta e Quaranta, proprio per omaggiare i grandi classici del cinema noir. Esiste addirittura una versione alternativa in bianco e nero (Nightmare Alley: Visione in Darkness and Light) che negli Stati Uniti è stata distribuita parallelamente nei cinema.

Non mancano poi i riferimenti ai famosi freak show: circhi itineranti in cui le attrazioni erano spesso esseri umani malformati o ridotti in condizioni bestiali per disperazione e povertà. Tanti sono i film e le serie che hanno raccontato la disumanità dei freak show, dal classico Freaks di Tod Browning del 1932, alla quarta stagione di AHS: Freak Show, fino al recentissimo Freaks Out di Gabriele Manetti.

Del Toro riprende le fila di questo immaginario creando però una narrazione fedele al suo mondo che, allo stesso tempo, riesce a restituirci tutta l’angoscia che si poteva respirare meno di 100 anni fa in un’America straziata dalla crisi e devastata, non solo nel corpo ma anche nella morale.

Quella de La fiera delle illusioni diventa così una storia di disperazione che non può avere un lieto fine perché, anche nelle situazioni più estreme, gli esseri umani possono essere capaci di essere spregevoli. Azioni in cui l’umanità si perde completamente e non c’è più distinzione tra essere persone o bestie.