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Cosa dicono le nostre mani

scritto da admin

E’ ormai radicata la convinzione che la comunicazione umana risulta dall’interdipendenza di diversi sistemi comunicativi. Una distinzione rigida tra "comunicazione verbale" e "comunicazione gestuale" rischierebbe di condurci ad una separazione forzata di due aspetti assolutamente intrecciati tra loro nel processo comunicativo.

Parola e movimenti del corpo appaiono entrambe manifestazioni dello stesso processo espressivo. Tra i vari canali, quello Cinestetico (che include le espressioni del volto, il comportamento visivo, gli atteggiamenti del corpo nello spazio, i gesti…), ha ricevuto in questi ultimi anni una particolare attenzione.

Prendiamo in considerazione, specificatamente, l’analisi dei movimenti delle mani. Questi gesti sembrano, in effetti, possedere un valore privilegiato, riconosciuto già nel passato. Quintiliano – oratore latino del I secolo d.C. – scriveva: "Le altre parti del corpo aiutano colui che parla, ma le mani parlano esse stesse da sole. Con esse noi possiamo domandare, promettere, chiamare, concedere, marcare lo stupore, il timore, la gioia, il pentimento… Non hanno appunto il potere di eccitare? Di fermare? Di manifestare pudore? Designare luoghi e persone? E in una così grande diversità di lingue parlate dai Popoli e Nazioni? Le mani mi sembrano creare un linguaggio comune a tutti gli uomini…"

Le funzioni svolte dai gesti sono molteplici. Ad esempio un gesto può essere di esteriorizzazione di stati interni o rappresentazioni mentali di chi li emette o avere una chiara funzione comunicativa quando è diretto ad un destinatario e finalizzato a trasmettere un’informazione. Ancora, un gesto può servire a destare l’attenzione di un’altra persona presente nell’ambiente, basti pensare ai rapporti tra una mamma e il suo bambino, nei quali gesto e parola tendono ad avere ruoli complementari.

Sono state proposte diverse classificazioni dei gesti. Una delle più semplici e al contempo esaustive è quella indicata da Ekman e Friesen (1969, 1972):

– GESTI SIMBOLICI: segnali emessi intenzionalmente ed aventi un significato specifico che può essere tradotto direttamente in parole. Un esempio per tutti: l’atto di scuotere la mano in segno di saluto o il segno di "Okay";

– GESTI ILLUSTRATORI: movimenti che la maggior parte degli individui produce nel corso della comunicazione verbale ed illustrano ciò che si sta esprimendo. Alcuni scandiscono le parti del discorso, altri ampliano o completano il contenuto di una comunicazione, indicano relazioni spaziali, delineano la forma di oggetti;

– INDICATORI DELLO STATO EMOTIVO: quali battere il pugno in segno di rabbia, coprirsi il volto con la mano in segno di vergogna…;

– SEGNALI REGOLATORI: vengono prodotti da chi parla o da chi ascolta allo scopo di regolare la sincronizzazione degli eventi all’interno del dialogo. Tendono a mantenere il flusso della conversazione e possono indicare a chi parla se l’interlocutore è interessato o meno;

– MOVIMENTI DI ADATTAMENTO: rappresentano un modo di soddisfare o controllare bisogni, motivazioni o emozioni concernenti le particolari situazioni in cui l’individuo viene a trovarsi. Ne sono un esempio i movimenti "autoadattivi" di manipolazione del proprio corpo. Appresi generalmente nell’infanzia, rappresenterebbero – nell’adulto – segnali abituali, generalmente inconsapevoli, non intesi a comunicare un messaggio specifico.

Da quanto detto finora, si può dunque affermare che il gesto e la parola sono due modalità interdipendenti del processo di espressione. Da ciò, uno degli approcci più interessanti, per lo studio dei gesti sarebbe quello di analizzare la produzione gestuale insieme, e in relazione, a quella verbale. Comunque, due fenomeni rendono difficile l’analisi sperimentale in questo campo: l’intensa variabilità individuale e la necessità di osservare l’espressione gestuale in condizioni di relativa spontaneità.

Dott.ssa Daniela Fortunato
Laureata in Psicologia – Indirizzo Clinico e di Comunità – presso la "Seconda Università degli Studi di Napoli" nel 2001. Iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Campania nel 2002.
Ho appena terminato l’ultimo anno della scuola di Specializzazione in Psicoterapia.
Attualmente collabora con il Comune di Battipaglia (SA)per progetti nelle scuole e svolge libera attività con consulenze, sostegno psicologico e psicoterapia.