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#ScrivimiAncora – La tua storia d’amicizia: Un’amicizia a distanza, una cosa per coraggiosi

scritto da admin

Ginger Generation regala la locandina e i libri di #ScrivimiAncora autografati da Sam Clafiln, Lily Collins e il regista Christian Ditter; per poterveli aggiudicare vi abbiamo chiesto di raccontarci la storia di una vostra amicizia a distanza; le risposte vengono pubblicate e le più votate potranno vincere la locandina e i libri autografati di #ScrivimiAncora e altre premi di Violetta. Ecco la risposta di Fly97! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere.

Ciao,
non so bene come iniziare questo testo, lettera, non so neanche come definirlo, ma in qualche modo devo iniziarlo se voglio almeno provare ad avere la copia del mio libro preferito autografata da Sam, perciò inizio a rispondere a quella domanda, una domanda che sento tremendamente mia, perché io come Rosie e Alex vivo la distanza sulla mia pelle.
La loro storia è un po’ diversa dalla mia, forse anche più dolorosa, loro erano migliori amici, vivevano in simbiosi fin dai tempi dell’asilo, poi un giorno arrivò la notizia peggiore che Rosie avesse mai sentito pronunciare dalla bocca del suo migliore amico “mi trasferisco” e da quel momento tutto cambiò, diventò sempre più difficile continuare la loro amicizia, ma non mollarono, cambiarono molte cose, ma la loro amicizia, nonostante tutto c’era e ci sarebbe sempre stata, fino a diventare amore, un amore bellissimo e travolgente.
Questo libro è uno dei miei preferiti, parla di un tema che poche persone capiscono davvero, infatti, spesso la distanza corrisponde ad un ostacolo, spesso insuperabile, un modo per mettere un punto, una fine a qualcosa e devo ammettere che fino a due anni fa pensavo anche io che la distanza dividesse due persone fino al perdersi, ma poi qualcosa nel mio pensiero è cambiato, anzi non qualcosa, è cambiato proprio tutto il mio modo di vedere il mondo.
Due anni fa infatti ho conosciuto lei, la persona che seriamente mi ha cambiato la vita, rendendola migliore, dandomi la forza e la voglia per andare avanti e combattere ogni giorno per conquistare un sogno che sembrava irraggiungibile, ma che con tanta pazienza sono riuscita a realizzare.
Detta così sembrerebbe la classica storiella di due amiche che si conoscono per caso ed in parte è così, con un piccolissimo dettaglio, i 619 km che ci dividono, ma partiamo dall’inizio.
Due anni fa, in uno dei primi giorni da “twitteriana”, non sapendo cosa fare scrissi se c’era qualcuno che voleva parlare con me, dopo poco mi scrisse una ragazza, parlammo per ore, scoprimmo di avere tantissimi interessi in comune, iniziammo a parlare ogni giorno, fin quando non ci scambiammo i numeri di cellulari, quello fu davvero l’inizio di una meravigliosa avventura, la nostra.
Passarono giorni, mesi e il nostro rapporto diventava sempre più forte, iniziai ad aprirmi con lei, raccontandole cose di me che in pochi conoscono e divenne in poco tempo la mia migliore amica!
Alcuni potrebbero pensare che è folle avere una migliore amica che abita a 619 km da te, lo pensavo anche io, ma ora posso dire che non c’è niente di più bello, anche se spesso fa tremendamente male…
Abbiamo aspettato un anno e mezzo prima di vederci, ci sono stati giorni in cui l’unica cosa che volevo fare era prendere il primo treno per Milano, scappare da lei, abbracciarla per ore e fare tutte le cose che due migliori amiche dovrebbero fare, come abbracciarla quando voglio, consolarla quando piange, fare le facce buffe per farla sorridere, andare a prenderci un gelato, fare le cazzate, ballare in giro per casa, farci 3000 foto che solo noi vedremo, andare a casa sua, abbracciare sua sorella, chiamare sua madre e suo padre per nome, fare i sabati a casa perchè troppo pigre per uscire, condividere le cuffiette sull’autobus o festeggiare il compleanno insieme, ma non era mai possibile, perché c’erano sempre questi km.
C’erano giorni in cui la distanza si faceva sentire tremendamente tanto ed era terribile più del solito, in quei giorni passavamo ore intere in videochiamata o semplicemente parlando al telefono, era un modo per essere vicine,anche se vicine purtroppo non eravamo mai…
Poi un giorno dissi a mia madre che volevo vederla, che avevo davvero il bisogno di vederla, mi disse di no, ma io sono nata per insistere e ci sono riuscita, a patto che fossi andata con un mio amico.
Iniziò così il countdown più bello, lungo e difficile di tutta la mia vita, i giorni sembravano non passare mai, invece passavano, ed ogni giorno quel numerino scendeva fino a diventare uno zero.
Con il cuore a 3000 il 2 marzo salì finalmente su quel treno che avevo sognato per un anno e mezzo, mi tremavano le mani e l’ansia mi stava mangiando, ma giuro di non essere mai stata così felice come quel giorno.
Il viaggio in treno sembrava non finire mai, vedevo passare paesaggi diversi ad ogni galleria e la mia gioia cresceva ogni minuto.
Quando finalmente vidi il cartello “Milano Centrale” saltai letteralmente dal sedile, presi la borsa in un rapido movimento e aspettai con ansia che le porte del treno si aprissero, volevo uscire da lì.
Il treno si fermò, aprì le porte e corsi fuori cercandola con lo sguardo, non vedendola composi il suo numero di telefono, ma al terzo squillo vidi una testa rossa tra la folla, fu un attimo di panico, poi entrambe corremmo con un unico obiettivo un abbraccio, un abbraccio che aspettavamo da troppo tempo.
Nel giro di trenta secondi mi ritrovai con lei in braccio, finalmente tra le mie braccia e io tra le sue, sembrava un sogno, piangevamo e dicevamo frasi come “non ci posso credere”, “ sei veramente qui e sei bellissima”, era tutto perfetto.
Camminammo fino all’ingresso della metro abbracciate, non avevamo voglia di staccarci, avevamo aspettato quel momento per troppo tempo e finalmente eravamo lì, insieme.
Quel giorno fu indimenticabile, scattammo circa 100 foto, sono tante lo so, ma dovevamo recuperare tutto il tempo perso, camminavamo mano nella mano per la piazza del Duomo e per le vie principali di Milano e speravo davvero che il tempo si fermasse, ma le ore passavano ed in un battito di ciglia si fecero le sei e con loro anche un’ondata di lacrime.
Ci avviammo verso il binario, le lacrime scendevano inesorabili, non volevo tornare a casa, non volevo andare via da lei di nuovo, ci abbracciammo così forte da spaccarci le ossa, ma non importava perchè un abbraccio si ti rompe le costole, ma ti scalda il cuore e non c’è sensazione più bella.
La strinsi un’ultima volta a me e salì sul treno, cercai il posto e una volta seduta la guardai dal finestrino, piangeva e la voglia di scendere ed abbracciarla era troppo forte, quando il treno partì la vidi correre via e abbracciare la madre, mi accasciai sul sedile e piansi per quasi tutto il viaggio di ritorno, ero felice, ma anche tremendamente triste, mi mancava da morire ed erano passate solo poche ore.
Il vuoto che mi aveva lasciato era enorme e non serviva a nulla passare ore in web, non era bello come averla davvero vicina.
Da quel 2 marzo l’ho vista 4 volte e vi assicuro che non c’è niente di più bello che abbracciare una persona dopo tanto tempo, è la sensazione più bella del mondo e sono fortunata.
Sono fortunata perché l’amicizia a distanza è la cosa più bella che ci possa essere, si a volte fa male, ma cavolo cosa c’è di più bello?
E’ una cosa che solo chi la vive può capire e sono fortunata perché la vivo insieme a Lei.