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Io leggo e tu?: la seconda edizione non proprio riuscita di spot ministeriali

scritto da Claudia Lisa Moeller

Se la prima parte della campagna promossa dal Ministero per i Beni Culturali era stata un clamoroso insuccesso, la seconda parte e seconda serie di spot in favore per la lettura sono anche peggiori.

Nella prima serie di spot visi noti di Mediaset tenevano tra le mani libri all’incontrario. Tra una pausa e l’altro ci raccontavano di come fossero rapiti da trame avvincenti di libri voluminosi e, ovviamente, ci confidavano in gran segreto che un “buon libro” era, incredibile ma vero, il miglior compagno di viaggio per questi professionisti.

La prima serie di spot  è stata variamente commentata e presa in giro. Ben presto è sparita dagli schermi della rete tv in questione. Eppure una nuova serie di pubblicità sempre promossa dal Ministero dei Beni Culturali circola ancora in tv, indisturbata. Questa volta siamo su LA7. Lo spot è in giro da maggio come quelli targati Mediaset. Niente VIP. I libri d’altronde non sono un lusso per pochi, quindi si è pensato ad una democratizzazione del testimonial.

Ammiriamo una fanciulla (qui il link allo spot) intenta a leggere in un bar. Attorno a lei, seduta gobbamente e comodamente (?) su un divanetto, gli altri avventori del locale sono impegnati a perdere preziosi momenti di vita davanti ai loro smartphones e tablet. Solo lei, fanciulla delicata, legge un libro in un locale rumoroso.

Fuori campo la voce della presunta protagonista ci legge le frasi divorate dagli occhi della lettrice. Per chi non riconoscesse i nomi dei due protagonisti, ecco arrivare un aiutino: in primo piano gigantesco la regia ci sbatte in faccia il titolo del libro che un lettore medio si suppone conosca. La giovane donna sta leggendo CIME TEMPESTOSE, il capolavoro di Emily Brönte.

La giovane legge avidamente la descrizione di Heathcliff, il bel tenebroso maledetto protagonista del libro. Mentre la donna si sente divenire la nuova Catherine, la protagonista femminile del romanzo citato, la telecamera sposta l’attenzione su un ragazzo. Anzi un ragazzino, data l’esile corporatura. Non ha nulla del tenebroso e magnetico Heathcliff. Ora un primo piano degli occhi dei due protagonisti della pubblicità.

Non sappiamo come, grazie forse al teletrasporto, il giovane è improvvisamente dietro alla fanciulla che ora è in piedi e in mezzo al locale. Ella sente lo sguardo rapace e torbido e passionale del giovane divorarla. Emozionata sente di rivivere nella vita reale l’amore struggente del libro “Cime tempestose”. Lui ha un’aria in realtà spersa. Sembra alla ricerca della teca dei panini.

Insomma se la prima ondata di spot facevano un po’ ridere, questa seconda non è da meno. In che modo dovrebbe questa coppia della città metropolitana spersonalizzante e capitalista essere la nuova coppia Heathcliff e Cahty della brughiera inglese? In che modo quei due ragazzotti dello spot dovrebbero essere una delle coppie d’amore più struggenti della letteratura?

Meno male che nelle pause pranzo (?) delle grandi città esistono libri da mangiare al posto dei panini (così la linea rimane perfetta!) e nel frattempo elevare uno sguardo lascivo, promessa di una notte indimenticabile (con quello, comunque, dubito che ci possano essere sequel piccanti), ad una promessa di amore eterno. La letteratura, quale meravigliosa menzogna da piegare alle nostre miserabili vite! Questo sembra essere il messaggio e conclusione dello spot: la letteratura innalza le nostre pulsioni più basse.

“Cime tempestose” più che capolavoro della letteratura (mondiale) è un romanzetto rosa da leggere per accendere la propria fantasia un po’ spenta. Un aiutino per farsi coraggio e rimorchiare nei bar.

In più chi riconosce il romanzo è, molto probabilmente, già un lettore. Quindi lo spot non incita qualcuno a leggere, semmai chi già legge e continua a leggere e sa di cosa stiamo parlando. Gli altri sono esclusi.

Concludiamo solo che non ha molto senso in TV mandare uno spot per incitare al leggere più libri. Per guardare lo spot suddetto bisogna aver accesa la televisione, ergo non stare leggendo.Chi legge non guarda la tv; chi guarda la tv non legge.

L’azione non ha molto senso: immaginatevi se un gruppo vegano stampasse sulla pelle del pollo che vi accingete a mangiare un’immagine truculenta. A maggior ragione fareste sparire, magari in un boccone, la suddetta foto e il pollo sarebbe presto mangiato.

Se proprio, proprio il Ministero vuole finanziare qualche campagna utile, magari sarebbe più sensato che rimpinguasse i fondi per le biblioteche anziché finanziare spot dal dubbio valore artistico, tecnico, letterario e anche antropologico.

 

E tu cosa ne pensi di questi spot promossi dal Ministero dei Beni Culturali?