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Foo Fighters – Concrete and Gold: la recensione di GingerGeneration.it

scritto da Alberto Muraro

Quando a Dave Grohl è stato chiesto di descrivere in poche parole Concrete and Gold, il nono album dei suoi Foo Fighters, l’ex batterista dei Nirvana ha risposto che si sarebbe trattato di una versione di Sgt Pepper dei Beatles come se l’avessero suonato i Motörhead’s o, in alternativa, di un Pet Sounds dei Beach Boys rimaneggiato dagli Slayer. Nonostante in molti avessero manifestato perplessità di fronte a queste dichiarazioni, è stato il frutto stesso del suo lavoro a confermare ciò che inizialmente  sembrava impossibile.

Concrete and Gold è, innanzitutto, un gran disco, solido, immediato ed eterogeneo. Più di ogni altra cosa, però, è anche soprattutto un album che rappresenta i Foo Fighers al 100% e un progetto che, salvo un paio di eccezioni, non presenta particolari sorprese. In Concrete and Gold, in effetti, c’è tutto quello che i fan della band di Dave Grohl si sarebbero potuti aspettare: il gruppo ci ha messo dentro rock duro e puro (Run, Arrows, Dirty Water), ruggiti metal (nel sottile j’accuse contro Donald Trump La de Daa) un pizzico di psichedelia (nella title track si sentono echi dei Pink Floyd) scommetendo però più che in altre occasioni su un approccio profondamente pop-olare opera del producer del disco, Greg Kurstin, collaboratore in tempi non sospetti di artiste del calibro di Adele, P!nk, Katy Pery e Ellie Goulding.

Proprio grazie al tocco magico di Kurstin, il disco acquisice un sound fresco e irresistibile, che conquista fin dal primo ascolto anche chi non necessariamente è fan della band di Best of you: è infatti difficile resistere all’headbanging nella stupenda The Sky is a Neighbourhood, o ancora restare impassibili di fronte alle atmosfere della ballad Happy Ever After, evidente omaggio ai già citati Beatles (fra l’altro Paul McCartney suona la batteria in Sunday Rain). L’unica vera occasione mancata dell’album è forse la presenza di Justin Timberlake in Make it right: l’artista, un crooner di tutto rispetto, avrebbe forse meritato più spazio dei semplici cori di sottofondo di cui si è dovuto accontentare.

Grazie a Concrete and Gold i Foo Fighters hanno in buona sostanza confermato (per l’ennesima volta) la loro capacità di fare un rock “per le masse”, orecchiabile e facilmente digeribile, fermo restando che di fronte a questo progetto i puristi del genere, com’è lecito, potrebbero pur sempre storcere un pochino il naso.

E voi che cosa ne pensate di Concrete and Gold dei Foo Fighters?

1. T-Shirt
2. Run
3. Make It Right
4. The Sky Is A Neighborhood
5. La Dee Da
6. Dirty Water
7. Arrows
8. Happy Ever After (Zero Hour)
9. Sunday Rain
10. The Line
11. Concrete and Gold