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EmmaT: intervista all’autrice di “Voglio scrivere per Vanity Fair”

scritto da admin

Innovativo esempio di self marketing legato ad un romanzo (“Voglio scrivere per Vanity Fair“, Memori, 2009) che ha come protagonista l’alter ego della sua scrittrice, il progetto “Emmat” è decisamente unico nel suo genere e di grande attualità e stimolo per tutti i “precari” e coloro che sognano ma purtroppo non sperano di vedere pubblicate un giorno le proprie fatiche letterarie.

Ancor prima della pubblicazione del romanzo – che narra le vicende di una giornalista precaria che sogna di scrivere per Vanity Fair – è sbarcata infatti a scopo promozionale nel web un’intera collezione di spille, specchietti da borsetta, burrocacao e portachiavi, accessori che la protagonista della storia cerca, acquista e indossa, facendoli diventare parte attiva delle sue avventure.

Abbiamo intervistato l’autrice Erica Vagliengo per saperne di più.

“Voglio scrivere per Vanity Fair” è in realtà molto più di un libro: il progetto è partito infatti come ‘personal branding’ e solo in un secondo momento sono state quindi pubblicate le avventure di EmmaT. Ce ne parli?

Certo! Esattamente, prima che venisse pubblicato il libro (a fine novembre 2009), mi sono messa, nell’arco di due anni e mezzo: su MySpace www.myspace.com/emmatvanity, pubblicando i primi due capitoli e tutte le foto del merchandising (spille, sticker, specchietti da borsetta e portachiavi), che ho ideato e realizzato concretamente grazie a Marta Grossi (amica di MySpace). Poi ho aperto il blog su Style.it (il sito di Vogue, Vanity e Glamour), e a seguire Facebook. Ho iniziato, così, prima ancora che sulla carta, a far vivere il mondo della mia protagonista, Emma Travet, postando le foto dei suoi accessori, raccontando le sue avventure su internet, e, in contemporanea, pubblicando le foto degli sticker appiccicati in giro per il mondo e le foto delle mostre ed eventi alle quali avevo partecipato.

Dopo la pubblicazione del libro, ho portato avanti il discorso di personal branding, organizzando -da sola- diverse presentazioni (Pinerolo, Torino, Milano, Roma, New York), oltre a partecipare ad eventi in linea con il mio progetto (ad esempio una serata di gala, organizzata da Lookout group, dove è arrivata come ospite la Littizzetto con la quale ho parlato per “ben” un minuto, per chiederle se avesse ricevuto il mio libro). Ho avuto anche la fortuna di essere invitata al Festival Internazionale del giornalismo di Perugia, e all’incontro nazionale dei giovani imprenditori (CNA NEXT). Oltre a ciò ho sempre lavorato come mio ufficio stampa, procurandomi diverse interviste su giornali on line o cartacei, in radio o in tele, conoscendo giornalisti/giornaliste note.

Come vedi, il mio motto potrebbe essere “Aiutati e-spera-che il Ciel ti aiuti”, oltre a “Se vuoi qualcosa,vattela a prendere”. Vorrei sottolineare, però, che è vero, io sono l’ideatrice del progetto ed ho scritto il romanzo, ma ho avuto la fortuna di incontrare lungo il mio percorso le persone giuste, che hanno creduto in me e mi hanno aiutato, con le loro idee, professionalità ed entusiasmo. Quindi il “progetto emmat” è anche un poco loro.

E’ previsto un seguito a queste prime avventure di EmmaT?

Ci sto lavorando. L’obiettivo è di concluderlo entro il 2011, anche perché ci sono in ballo connections interessanti, ma di cui non non parlo per scaramanzia.

Erica Vagliengo o Emma Travet: quanto è sottile il confine tra questi due “personaggi”?

Io sono molto peggio del mio personaggio! (Ride) Se questo vuoi chiamarlo confine sottile… Ovviamente abbiamo diversi aspetti in comune (l’amore per le borse, il vintage, il caffè macchiato), però io sono molto più affaccendata di Emmat. Ho voluto giocare fin dall’inizio con questo personaggio, svelando e non svelando, ed è successa una cosa veramente singolare: chi mi ha conosciuto attraverso internet o il libro mi chiama Emma e non Erica. Ma non ha importanza, ho superato brillantemente la crisi d’identità, quindi ti dirò, io rispondo normalmente, poi spesso la gente mi chiede scusa perché si è sbagliata.

Perché una ragazza dovrebbe leggere “Voglio scrivere per Vanity Fair”?

Perché è un diario in presa diretta della vita di una ragazza contemporanea, precaria sì, ma con stile, che non molla mai, nonostante le situazioni avverse, portando avanti il suo sogno e arrabattandosi nella vita di tutti i giorni, con ironia, intraprendenza e caparbietà, senza lamentarsi troppo. E quante Emma Travet ci sono in giro, con queste caratteristiche?

Quali consigli daresti a chi aspira a scrivere e pubblicare un proprio libro?

Prima regola: diffidate di chi vi “offre” la pubblicazione dopo pochi giorni dalla vostra spedizione del romanzo e da chi vi chiede contributi. Andate a cercare su internet la lista nera delle case editrici che pubblicano a pagamento. E ricordate che in giro c’è parecchia gente poco perbene pronta a lucrare sui vostri sogni e aspettative. Nel caso vi sottoponessero un contratto, portatelo subito da un avvocato, per evitare fregature. Detto questo, seguite la strada classica – invio del manoscritto a 10.000 case editrici, ma usate internet per farvi conoscere. Riguardo la scrittura, una volta conclusa la terza o quarta rilettura affidatevi ad un buon editor.

Com’è possibile acquistare il tuo libro e seguirne le novità?

Sul mio sito www.emmatravet.it c’è il rimando alla mia casa editrice (la Memori di Roma) e all’Ibs. Su Amazon.com potrete acquistare la versione in american-english (a soli 3,44 dollari!). E nelle librerie, ovviamente. Per seguire le novità, basta cercarmi su internet: www.emmatravet.it,; fb emmatravet, ff ed il blog emmatvanity.style.it che, novità delle novità, dall’8 agosto non sarà più quello perché farò trasloco. Su internet. Da lunedì prossimo potrete seguire le avventure di emmat sul portale Yahoo! Italia, sezione lifestyle. Ecco invece tutti i prossimi eventi: il 6 settembre presentazione del romanzo alla biblioteca di Volta Mantovana, il 15 settembre moderatrice dell’incontro organizzato da CNA giovani imprenditori con Giampaolo Colletti (wwworkers) alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), il 23 settembre Milano Fashion Week, il 18 ottobre partecipazione al dibattito sul mondo dei precari dal titolo “Tutti giù per terra” al Circolo dei Lettori (Torino), a novembre infine Fashion Party.

Foto: Ph Gavin Spencer